Union Brescia chiamata a stare al passo di Corini anche in casa

La vittoria colta sull’erba del piccolo Tognon di Fontanafredda contro la Dolomiti Bellunesi ha rappresentato la classica liberazione. È stata una partita scaccia fantasmi.
I tre punti, che in casa Union Brescia mancavano da ben 41 giorni, sono (ri)tornati nel ruolino stagionale di Balestrero e compagni al termine di un match esterno. E questo, in fondo, non ha fatto notizia, dato che i biancazzurri sono, nella particolare classifica delle sfide fuori casa, al primo posto assoluto con ben 21 punti conquistati in 9 gare, frutto di sei successi e tre divisioni della posta.
Numeri di rilievo
Si tratta di un cammino da squadra importante, scevro da sconfitte. I tre punti, oltretutto, hanno bagnato nel modo migliore il nuovo battesimo in panchina di Eugenio Corini che però, ora, è chiamato all’impresa (vocabolo forse esagerato, ma rende l’idea) che tutto il popolo biancazzurro attende. Sfatare il tabù Rigamonti.
Perché, analizzando il cammino del Brescia, lo stadio di Mompiano, che dovrebbe fungere da amico e complice, sta davvero assumendo tutti i connotati di un vero e proprio tabù. Nelle nove partite giocate all’ombra del Colle di San Giuseppe, vittorie, pareggi e sconfitte sono stati distribuiti in egual modo, cioè tre per ogni voce. Questa distribuzione ha portato quindi soltanto 12 punti sui 27 a disposizione, per una media di 1.33 a partita.
Troppo tempo
L’ultima gioia piena casalinga che risale ormai a quasi due mesi fa: era il 25 ottobre scorso quando il destro secco sotto la traversa di Cisco, sotto misura, e il rigore di De Francesco ribaltarono il vantaggio iniziale dell’AlbinoLeffe per il 2-1 finale.
Da allora, due sconfitte (con Alcione e Lumezzane, entrambe per 1-0) intervallate dal pari (1-1) con la capolista Vicenza.
Per un Brescia che ora si affida a tutta l’esperienza e alla capacità di Corini per invertire nettamente la rotta interna una scossa è condizione indispensabile per pensare in grande. A rafforzare la fiducia che questo possa accadere, un precedente importante. Ed entusiasmante.
Il precedente
Ci riferiamo alla stagione 2018-2019, la prima di Corini sulla panchina del Brescia. Subentrato anche in quel caso, seppur già alla quarta giornata, a Suazo, il tecnico dei Bagnolo Mella fu protagonista di una cavalcata memorabile che portò il Brescia all’ultima promozione in serie A.
E lo fece con un ruolino di marcia casalingo eccezionale: 13 vittorie, un pari e due sole sconfitte considerando pure che l’ultimo ko arrivò (3-2 con il Benevento) nei 90 minuti finali della stagione, quando la squadra era già aritmeticamente promossa da due giornate e prima da una. Ben 40 punti su 48 per una media di 2.5 a partita. E con una partenza devastante. Furono infatti sette consecutive le vittorie al Rigamonti (con Palermo, Padova, Cosenza, Verona, Livorno, Lecce e Cremonese, 18 gol fatti, 7 subiti) prima del pirotecnico 4-4 con lo Spezia all’ottava. Per poi piazzarne altre due (con Carpi e Crotone) prima dell’unico stop «vero» interno con il Cittadella e dell’altro poker consecutivo con Foggia, Venezia, Salernitana e Ascoli. Un passato, dunque, che deve ispirare il presente.
A partire da dopodomani sera (ore 20.30, di un 22 dicembre lombardo che, come al solito, fa a pugni con la logica del buon senso) contro una squadra da trasferta (20 punti, solo uno meno del Brescia, lontano dal Brianteo monzese che ne ospita le gare in casa) come l’Inter Under 23, tanto per aumentare le difficoltà di una squadra che, è giusto ricordarlo, era e resta in piena (eufemismo) emergenza per le innumerevoli assenze. Serve la cura Corini per sfatare il tabù, chiudere al meglio l’andata e l’anno. Serve la spinta del Rigamonti. Quello che deve tornare amico e complice.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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