Corini esperto di subentri: come sono andati quelli della sua carriera

Eugenio Corini e l’ebbrezza dei subentri. Il nuovo allenatore dell’Union Brescia sa bene cosa significhi prendere in mano una squadra a stagione in corso: gli è capitato dieci volte in carriera, su un totale di quattordici esperienze. Praticamente uno specialista, anche se con risultati alterni.
Ancora Brescia
È la quarta volta che l’allenatore di Bagnolo Mella si ritrova alla guida del Brescia. Il primo capitolo è il ricordo più felice della storia recente biancazzurra: nel settembre del 2018 prende il posto di David Suazo, una delle tante scommesse fallite di Cellino, e centra la promozione in serie A. Da primo in classifica. È il Brescia dei Donnarumma e dei Torregrossa. Una cavalcata trionfale, dall’inizio alla fine.

Nei mesi successivi le cose precipitano: la squadra in A non ingrana, a novembre Cellino sacrifica Corini per scuotere l’orgoglio della squadra. La strategia non funziona, la separazione forzata con Eugenio dura un solo mese. A dicembre un nuovo subentro: il tecnico vince subito con Spal e Lecce, un fuoco fatuo che si spegne quasi subito. Il Brescia torna a impantanarsi e per Corini arriva un altro esonero, nel febbraio del 2020, di fatto in concomitanza con l’interruzione del campionato per Covid.
Il terzo capitolo della saga è meno turbolento, ma come quello precedente si conclude con una delusione. Nel marzo del 2022 Eugenio torna, Cellino si aggrappa all’allenatore dell’ultima promozione per riprovarci, dopo aver rotto con Inzaghi. Il Brescia s’incarta sul più bello e butta via la promozione diretta a Cittadella. Ai play off vince ai supplementari con il Perugia, poi perde il doppio confronto con il Monza di Berlusconi e di Galliani. Sfuma così il sogno.
Crotone e Frosinone
Nell’estate del 2010 Corini lascia il Portogruaro pochi giorni dopo la firma, senza nemmeno iniziare la stagione. E così la prima vera esperienza da tecnico è bagnata da un subentro. Quasi un segno premonitore di quello che sarà uno schema ricorrente della sua carriera. Crotone, novembre 2010: salta la panchina di Menichini e la dirigenza calabrese gli dà in mano la squadra. Parte con una sconfitta, il motore singhiozza e la squadra arranca. La prima vittoria arriva dopo quattro partite, proprio con il Portogruaro. Sarà l’unica. Corini viene esonerato a febbraio, dopo un ko con il Sassuolo.

L’anno dopo ci riprova a Frosinone, l’unica avventura (fino a oggi) in serie C. Anche qui l’esordio è macchiato da una sconfitta. Contro chi? Il Portogruaro. In Ciociaria Corini riesce a concludere la stagione, ma non va oltre l’ottavo posto. Troppo poco per pensare di progettare un futuro insieme. In estate le parti risolvono consensualmente il contratto.
A Verona
In realtà dal punto più basso (in termini di categoria) del suo percorso da allenatore, Corini prende lo slancio e si ritrova in serie A. Il Chievo lo chiama dopo aver lasciato a casa Di Carlo, l’obiettivo è salvare la squadra. Ci riesce, ma a campionato concluso lascia. La sua storia racconta già che spesso gli addii non sono definitivi, e infatti nel novembre del 2013 rieccolo alla guida dei clivensi, stavolta al posto di Sannino. Non replica la più che rispettabile media punti dell’anno precedente (1,27 a partita), ma con 30 punti in 26 partite riesce comunque a ottenere la seconda salvezza consecutiva.

Palermo e Cremona
Nel novembre del 2016 Corini è a Palermo, dov’è appena saltato De Zerbi. Eugenio guida i siciliani in sette partite, perdendone cinque (poi un pareggio e una sconfitta). La società è in mano a Maurizio Zamparini, vulcanico presidente con la fama di mangia allenatori. Un potere che in questo caso non esercita, perché è Corini a fare un passo indietro per via delle incomprensioni con il patron: «Una decisione che ho preso con coscienza, la più logica in un momento come questo», spiegherà.

Dopo le varie parentesi a Brescia, per il bagnolese c’è spazio per un ultimo (prima di oggi) arrivo in corsa. Arvedi lo chiama a Cremona nell’ottobre del 2024 per rimettere in piedi una stagione impostata sull’obiettivo promozione. La Cremonese ci riuscirà, ma senza di lui: Eugenio resta in grigiorosso solo per cinque partite. Ne vince due, ne perde due, ne pareggia una. Dopodiché viene sostituito da Stroppa, dal quale aveva raccolto il testimone poche settimane prima. Ora è pronto a riprovarci.
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