Brescia con le spalle al muro a Modena: sbagliare sarebbe fatale

La quasi serenità di chi può, la disperazione di chi deve. Dai condizionali agli imperativi, per il Brescia il passo è stato lungo quanto una stagione punteggiata di occasioni perse. Buttate via, soprattutto, in una sequela di formidabili harakiri. Ma prima o dopo il conto in tavola arriva sempre e siamo al punto in cui occorre cercare bene nelle tasche, per controllare se c’è la moneta giusta per provare a saldare quanto dovuto rispetto alle proprie mancanze, a tutti i livelli del Brescia. C’è ancora un attimo di tempo per farlo. Ma giusto un attimo: sbagliare questa sera al «Braglia» vorrebbe dire commettere l’errore che potrebbe risultare quasi fatale, scavandosi la fossa per la serie C. Il quadro è chiaro a tutti, non c’è bisogno di riassunti. Quello che si sa, si sa e la sola cosa utile in questo momento, in realtà, è mettersi in testa che ci sono talmente tanti calcoli da fare, che non farne nemmeno uno alla fine è l’esercizio più utile per la salute. In questa chiave, quasi tutto dipenderà da Sampdoria-Salernitana. Ma, prima di guardare agli altri, occorre pensare a se stessi come finora è riuscito raramente di fare.

L’avversaria

Dunque, a partire dalle 20.30 in Emilia sarà sfida tra la quasi serenità di chi può, il Modena, contro la disperazione di chi vuole e deve, il Brescia. C’è chi considera i canarini ancora bisognosi di un mattoncino per potersi dire salvi ritrovandosi ancora in corsa per i play off. Detto che di logico in questo campionato non c’è nulla, la logica suggerisce che per vedere cambiare lo scenario – in un senso o nell’altro – del Modena, servirebbe uno tsunami. Casomai, la squadra di Mandelli non è del tutto serena per una situazione ambientale che si è guastata a causa del crollo nelle ultime due gare, in particolare nel derby con la Reggiana. I tifosi, incavolati neri, potrebbero scioperare un tempo. Quelle del Modena – comunque altrettanto pericolose – saranno dunque più motivazioni dettate dall’orgoglio che non da reali obiettivi di classifica. Quelli che ha il Brescia. Nel quale deve prevalere l’istinto della sopravvivenza. Quello venuto a galla in occasione delle ultime due vittorie, a Cittadella e ancora prima alla Spezia. Anche in quelle due circostanze le rondinelle erano spalle al muro. E anche quelle erano due trasfertacce. E a questo punto, per fortuna si gioca lontano dal Rigamonti (ma con al fianco stasera 1.091 tifosi) visto che fuori casa il Brescia è settimo assoluto per rendimento.

Senza paura

Sul piatto, tra i motivi di conforto, anche due partite consecutive senza subire reti. Poca roba? Poca roba. Ma è quel che c’è e bisogna farselo bastare per non pensare alle fatiche nel costruire e, di conseguenza, segnare. Per non farsi prendere la mano dal terrore di secondi tempi (solo una rete segnata in queste frazioni nelle ultime 13 e per contro il dato di squadra che ha incassato più gol nei minuti finali) in apnea e per non cadere nella tentazione di pensare solo ai difetti. Il calcio, non è una scienza esatta e se lo fosse la retrocessione sarebbe cosa già assodata da un bel po’. E se lo fosse, l’Inter (vale qualsiasi ispirazione, a tutti i livelli) non sarebbe in finale di Champions League. Il calcio, a un certo momento, diventa terreno insondabile. Certo è che scienza o non scienza, per arrivare a vivere la prossima gara con la Reggiana vivi, in qualsiasi forma e modo, serve lasciare a casa quella paura che ha contraddistinto in maniera così netta e decisa la brutta performance con la Juve Stabia. C’era paura nei giocatori, ce n’era in Maran. Aspettiamo segnali. Ci attendiamo scelte coraggiose mentre all’appello tra l’altro mancherà proprio l’uomo, Lorenzo Dickmann, che ha dimostrato di aver ben compreso cosa va messo dentro per poter dare una chance al destino.

Il Cda alle porte

Mentre Massimo Cellino va e viene da Londra, questi sono anche i giorni cruciali per la società con movimenti che sottotraccia continuano e un Consiglio d’amministrazione (non è chiaro se Cellino sarà in presenza o meno) fissato per la prossima settimana, a ridosso dell’ultima di regular season dalla quale, passato il periodo di boutade e minacce, potrà uscire qualche elemento concreto per capire a che punto è la notte. Oppure il giorno. Per dare una direzione. Intanto, c’è un senso unico: porta a Modena. Con la disperazione di chi deve.

Le ultime di formazione

Cistana può ritrovare una maglia da titolare - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it

Sarà la rifinitura di questa mattina a dare le ultime indicazioni a mister Maran per l’undici da schierare stasera (fischio d’inizio alle 20.30) al Braglia. Una rifinitura che Bisoli e compagni sosterranno sui campi del centro sportivo di Torbole per poi partire alla volta di Modena per l’ultima (si spera, in senso buono) delicatissima trasferta stagionale programmata tutta in giornata. Il nodo tattico resta quello di uno schieramento a tre o a quattro in difesa davanti a Lezzerini, con conseguente centrocampo a quattro (in caso di doppio trequartista), a cinque o col classico rombo visto nelle ultime due uscite. Possibile che il tecnico del Brescia (che non avrà lo squalificato Dickmann e l’infortunato Bertagnoli) possa optare per un ritorno dei tre centrali con Cistana a ritrovare una maglia da titolare al fianco di Adorni e Calvani. Così capitan Bisoli affiancherebbe Verreth in mediana con Corrado (o Jallow) e Besaggio sugli esterni. In tre per due maglie da sottopunta con Nuamah e D’Andrea a giocarsi quella da spalla di Galazzi dietro a Borrelli. Nel caso di unico trequartista, Galazzi agirà alle spalle di Borrelli con Bianchi o Juric (più di Moncini) in ballottaggio per un posto.