Nuovo Brescia, c’è il no di Beretta: «Ma Pasini non sarà solo»

In sottofondo ci sono i piattelli colpiti dalle campionesse del tiro a volo, nello splendido impianto del Trap Concaverde. Ma sono gli unici «botti», perché quando con Franco Gussalli Beretta si parla di calcio a margine della conferenza stampa di presentazione della «Beretta Next Gen», il tappo resta ancorato alla gabbietta e alla bottiglia. «No, non faremo parte del Progetto Brescia di Giuseppe Pasini». Non un fulmine a ciel sereno, col passare del tempo si era capito che si andava in questa direzione, ma da ieri è anche ufficiale.
«Persona giusta»
«Pasini è la persona giusta per intraprendere questo cammino – commenta il presidente e Ceo di Fabbrica d’Armi Beretta – un grande imprenditore che ha passione e competenza nel mondo del calcio. Non ho dubbi che per lui e per coloro che lo sosterranno sarà un grande percorso. Per quanto riguarda la famiglia Beretta né io né mio fratello, quindi la generazione attuale, abbiamo passione per il calcio. C’è grande attaccamento al territorio, lo supportiamo sotto altri punti di vista, dalla cultura alla ricerca. Il mondo dello sport per noi significa tiro a volo, al momento il pallone non fa parte dei nostri interessi».
Futuro
«Al momento» e «generazione attuale» sono due passaggi da sottolineare però, visto che Carlo Gussalli Beretta, figlio di Franco, non solo a calcio ci gioca, ma è anche tifoso biancazzurro. Se quindi ad oggi un ingresso della famiglia nel Progetto Brescia è stato escluso, non è detto che in un domani magari nemmeno troppo lontano qualcosa possa cambiare. Baglioni però insegna che «La vita è adesso», il Progetto Brescia deve passare dal «banco di prova» presto, anzi prestissimo. E Pasini anche se non pubblicamente ha fatto capire che non vuole essere solo nella sua nuova avventura.
«Non sarà solo»

«E infatti non sarà così – dice Beretta –. Beppe ha parlato con diversi imprenditori e chi come lui è appassionato e competente gli darà un aiuto nelle forme più diverse. Per quanto riguarda me in particolare, avendo spesso interlocuzioni con Pasini, gli avevo chiesto com’è il mondo del calcio visto da dentro, ma è chiaro come non ci sia la sua stessa passione. Massima stima, rispetto e ammirazione per il modo in cui sta portando avanti il progetto, per la visione sul futuro: già aveva un impegno importante con la FeralpiSalò, adesso sta facendo un passo ulteriore ed è un orgoglio vero, visti anche i molteplici impegni lavorativi».
Ma oltre alla pacche sulle spalle, già tante (oggi è un mese esatto dal tavolo in Loggia) qualcuno darà una mano concreta a Pasini? «Assolutamente sì. Mi risulta che non sarà da solo e da quello che ho capito c’è chi, in maniera tangibile, sarà al suo fianco. Ben vengano imprenditori che possano dare risalto al calcio e a Brescia, senza dimenticare chi lo sta già facendo come Marco Bonometti nella pallanuoto e Mauro Ferrari nel basket».
Gli scenari
Tolto quindi Franco Gussalli Beretta dal tavolo dei possibili sostenitori, vanno vagliati altri profili per capire anche quale sarà la struttura societaria del nuovo Brescia. Probabile che la ragione sociale percorra la strada della «Spa»: a quel punto andrà capito, se altri imprenditori ci saranno, quale peso avranno all’interno del consiglio di amministrazione. O se, interpretando le parole di Beretta, magari un piccolo gruppo andrà a sedersi al «tavolo dei bottoni» insieme a Pasini, mentre altri sosterranno il progetto magari come sponsor più o meno grossi. A questo punto però a dettare i tempi non sono tanto gli incontri, ma le scadenze: il 15 luglio si avvicina, agli organi competenti vanno indicati cambio di nome e luogo in cui giocare le partite. Bisogna prendere la mira giusta, il piattello va fatto saltare ora.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
