Il «Progetto Brescia» abbraccia territorio e tanti imprenditori
Brescianità, territorio e sostenibilità. Il progetto di Giuseppe Pasini, ormai pronto a decollare, ha queste tre parole come basi su cui fondare il futuro targato di bianco e di azzurro.
Il tassello stadio ha puntualmente trovato posto dentro il mosaico e ne parliamo in pagina, dalla riunione (l’ennesima) di ieri con il mondo imprenditoriale bresciano è emerso un po’ di più rispetto a quale sarà la compagine che affiancherà Pasini nella sua avventura. Che siano soci o sponsor resta da vedere, ma il loro impegno non mancherà.
Colonne
Partiamo da Davide Cavagna, Aldo e Carlo Bonomi, Ettore Prandini, Daniele Scuola e Tommaso Ghirardi. Saranno loro le sei colonne su cui poggerà il progetto di Pasini, quelle che sosterranno il nuovo Brescia che prenderà ufficialmente vita giovedì prossimo in Loggia.
Ieri però c’è stata una riunione – l’ennesima – nella quale qualcuno di questi volti era presente, insieme ad altri imprenditori. A dimostrazione di come si possa andare verso un «campo largo» con ruoli da definire.
Nel pomeriggio accanto a Pasini c’erano Carlo Bonomi, Davide Cavagna, Tommaso Ghirardi in rappresentanza anche di Scuola e Prandini (i tre sono molti amici, non è escluso che possano pensare ad un qualcosa che li unisca per sostenere Pasini), Roberto Saccone della Olimpia Splendid (e presidente di Camera di Commercio Brescia), Orlando Niboli, Mario Gnutti (vice presidente di Confindustria Brescia), Daniele Peli, ceo di Intred, oltre ad altri uomini di affari. E nella partita che presto vedrà il fischio d’inizio sono pronti a fare la loro parte Santo e Giampiero Franchini. Nomi di primo piano dell’imprenditoria bresciana insomma, che rappresentano tutto il territorio, non solo la città. Ovvero ciò che vuole Pasini per la società che verrà.

Sono stati illustrati i numeri del «Progetto Brescia», la sua sostenibilità, il tutto da professionisti del settore: un piano industriale redatto tra l’altro con la consulenza della multinazionale Deloitte. È stato spiegato come la nuova società nascerà come Spa e, dopo la presentazione in Loggia del 17 (a proposito, si va sempre più verso il nome US Brescia, di cui sarebbe già stato registrato il dominio web) si aprirà ad un aumento di capitale. A quel punto, in base a come gli imprenditori vorranno partecipare - di quelli presenti all’incontro di ieri alcuni erano «uditori», quindi stanno valutando il da farsi -, verranno stabiliti ruoli e incarichi all’interno del nuovo Brescia. C’è chi entrerà come socio, chi come sponsor, ma ciò che conta è la disponibilità totale a dare una mano. Stavolta non solo a parole, ma con i fatti. E se è ipotizzabile una data in cui tirare una riga e fare un bilancio, questa potrebbe essere lunedì 21.
Sponsor
I quattro su cui poter contare sarebbero A2A, Bonera, Dac e Feralpi. A questi se ne aggiungeranno altri, più o meno grandi, ma il discorso va ad intersecarsi con quello appena fatto: qualche imprenditore potrebbe decidere di non entrare direttamente nella compagine, dando però il proprio contributo proprio come sponsor. Comunque un sostegno, e anche tangibile.
Ora si guarda al calendario, alle tappe da affrontare: domattina c’è l’assemblea dei soci della FeralpiSalò, chiamata al punto 1 dell’ordine del giorno a votare il «mutamento della denominazione sociale e trasferimento della sede legale nel rispetto e nei limiti delle disposizioni legislative vigenti e del regolamento Figc». Contestualmente, partiranno la richiesta al Comune per il cambio di nome rispetto alla squadra che usufruirà del Rigamonti (da FeralpiSalò a US Brescia) e gli incartamenti necessari alla Federazione per dare il via libera alla nuova società.
E a proposito di «governo del calcio», ieri in Consiglio federale e al presidente della Figc Gravina in particolare, è arrivata una missiva nella quale Giuseppe Pasini ha spiegato il «Progetto Brescia» e soprattutto i passi che lo hanno portato, dal 9 giugno in poi, a prendere in considerazione questa strada per poi percorrerla fino in fondo. Una lettera in cui si ripercorrono le varie tappe dal fallimento del Brescia calcio targato Massimo Cellino in poi, fino alla richiesta da parte della Loggia e della maggior parte di città e tifoseria di dare un aiuto concreto. Una sfida che Pasini dice di aver accettato anche per mettere al centro quelle parole usate all’inizio, ovvero «brescianità» e «territorio» che non possono non essere alla base di tutto.
Saranno appunto questi due concetti ad essere espressi giovedì 17, quando il sipario verrà definitivamente alzato in Loggia sul nuovo Brescia. E più si avvicina la data, più cresce la curiosità. Anche per la maglia, che avrà come colori il bianco e il blu, ma resta da capire se e come potrà essere utilizzata l’iconica «v bianca». Non è da escludere una soluzione «tampone» per un anno: d’altronde è stato detto e ridetto, questa sarà un’annata di transizione, di assestamento, per tante cose. Mesi per far carburare il motore, in quanto la serie C è il punto di partenza, da cui staccarsi il prima possibile.
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