Calcio

La nuova vita di Ayé, da principe del gol a bomber di scorta

L’esordio in campionato fu proprio contro i lariani. Ieri il gol dopo mesi tostI, ma febbraio gli porta bene
Il parigino Florian Ayé, attaccante del Brescia Calcio - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Il parigino Florian Ayé, attaccante del Brescia Calcio - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Largo, troppo largo, spaesato: 3 ottobre 2021, stadio Rigamonti, 25’ della ripresa: Ayé vive il proprio debutto in campionato proprio contro il Como, nella rocambolesca sconfitta del Brescia per 4-2, prologo alle successive e ben note difficoltà dei biancoblù a Mompiano. È reduce dall’intervento al menisco che lo ha costretto a un non breve stop, dopo quei 77 minuti giocati a Crotone in Coppa Italia. Pare un pesce fuor d’acqua. Seguiranno cinque gare senza convocazione, la panchina al Menti di Vicenza, un quarto d’ora scarso contro il Pisa.

Ayé da Como a Como, dunque. Ecco la traiettoria imprevista di Florian, bomber di scorta. Bomber perché viene da una stagione, quella 2020-2021, da 16 gol. Di scorta perché, ad oggi, il reparto avanzato delle rondinelle è più affollato della Fiera di San Faustino (quando ancora si faceva...). Così, ritagliarsi un posto, specie quando vengono varati moduli con una punta sola, diventa una mezza lotta. Essere Inzaghi non è sempre semplice, d’altra parte. Perché ci sono almeno tre «numeri 9»: oltre al francese, pure Bajic e Moreo. Più svariati altri giocatori offensivi, adatti a muoversi tra le linee. A proposito: il bosniaco non segna proprio da quel Brescia-Como 2-4, mentre a Stefano spetta una menzione speciale in qualità di «miglior attore non protagonista» proprio nell’azione del gol segnato ieri da Ayé: gran torsione di testa, respinta miracolosamente da Facchin, prima del tap-in vincente di Flo.

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Il riscatto

Bomber di scorta, ma pure realizzatore da trasferta. Dato che il francese, in questa stagione, non ha ancora esultato per una rete al Rigamonti. Mentre si ricordano bene di lui al Granillo di Reggio Calabria, dove lo scorso 15 gennaio ha deciso il match mettendosi in proprio con due capolavori. Luca Dirisio canterebbe che «ci vuole calma e sangue freddo». Ayé sa che serve pazienza e, probabilmente, pure un pizzico di diplomazia. Così, dopo la gara del Sinigaglia, risponde con quella catena di sei parole che - in decenni e decenni di calcio - ogni attaccante non molto utilizzato, ma in grado di essere anche decisivo, ha sempre pronunciato in queste situazioni: «Cerco sempre di farmi trovare pronto». Poi, la punta argomenta: «Siamo in tanti e siamo forti (nel reparto offensivo, ma non solo, ndr). Ci aiutiamo a vicenda, cerchiamo sempre di andare avanti. Anche così abbiamo inanellato dieci risultati utili consecutivi».

Fame di giocare

Calma, si diceva, ma pure sacrificio: la fame di giocare e di essere protagonista del venticinquenne viene controllata attraverso una dieta che ne riduce il minutaggio come se fossero calorie. Il Brescia di oggi, d’altra parte, necessita di equilibri nell’abbondanza. Equilibri che, almeno in precampionato, parevano essere ben diversi: Ayé e Bajic sembravano destinati a formare una di quelle coppie dalle quali è impossibile prescindere. Poi Flo s’è infortunato (l’attaccante, sempre nel dopogara, ha ricordato il problema al ginocchio e ribadito che adesso è in piena forma). Riad s’è inceppato. Moreo ha dato maggiori garanzie. Il tutto, in quel valzer di protagonisti e assetti che ha caratterizzato questi mesi di Brescia ai piani altissimi della classifica, eppure sempre alla ricerca della quadra. Che il gol nell’ultima partita di febbraio possa portare bene al parigino. Il mese è quello giusto. Con la doppietta al Cittadella del 6 febbraio 2021 aveva inaugurato quel magico filotto di sette gare in cui era andato sempre a segno. All’epoca Florian aveva un ruolo diverso. Era il terminale offensivo principale. Potrà ancora essere decisivo. Dal Como al Como, come si diceva: adesso cambia il «come».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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