Criscito e quella storia ideale per i racconti di Valdano

Con la consueta profondità di pensiero Jorge Valdano ha scritto che il calcio è una rappresentazione a metà strada fra il teatro greco e il circo romano. Un luogo dove la gloria e la disfatta sono sempre terribilmente vicine. Il calcio diventa quindi uno spettacolo adatto solo ai credenti, come 60mila spettatori rinchiusi in una cattedrale pronti a riconoscere nello stemma di un club un potere religioso. Valdano si riferisce all’impresa del Real Madrid contro il Manchester City in Champions League. Io ci vedo, anche, il rigore calciato da Mimmo Criscito venerdì sera contro la Juventus. Badate bene, ho scritto «calciato», non «realizzato».
Perché anche se è vero che non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore (cit), Criscito aveva uno zainetto pieno di sassi sulla schiena prima di prendere quella breve rincorsa che come una rotonda su una strada devi prenderla dalla parte giusta altrimenti vai a sbattere. Stessa porta, stessi occhi addosso di tutto il tuo popolo. Certo tutti pronti anche in caso di ulteriore fallimento ad assolverti anche questa volta perché, appunto, sono altri i particolari per giudicare un giocatore. Però…vacci tu a tirare quella sfera che deve pesare una tonnellata. Ecco, dopo il gol ho pensato che Valdano avrebbe dedicato qualche riga anche a Criscito nonostante il suo palcoscenico non fosse il Santiago Bernabeu. Dove, secondo Valdano, mercoledì scorso lo spettacolo in campo dei blancos che cercavano di correre all’impazzata per realizzare un’altra impresa era impressionante tanto quanto gli occhi spalancati dei tifosi, convinti di essere di fronte a qualcosa di soprannaturale.
Non è sempre così, ovviamente. Il più delle volte il calcio ha dei racconti meno innescanti la fantasia e per onestà intellettuale dovremmo ricordare che di fronte ad ogni impresa (Real) si consuma un dramma sportivo (City). Eppure per elaborare un lutto, calcistico, il tempo è sempre un po’ più dilatato mentre la celebrazione deve essere necessariamente immediata. Criscito tra due partite se ne andrà a Toronto a chiudere la carriera. Un finale di storia certamente meno romantico rispetto al rigore messo alle spalle del portiere della Juventus. Nonostante questo c’è sempre un momento migliore di un altro per chiudere un capitolo ed aprirne un altro. Il modo che ha scelto Criscito ci consegna una storia diversa rispetto alle tante nelle quali vediamo solo interessi, cupidigia e sete di potere. Non sono pochi coloro che sostengono che ai grandi club di proprietà di ricchi arabi, ma anche di altre provenienze, manchi qualcosa che il denaro non può, per fortuna, acquistare. Ed è il cuore.
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