Europei femminili, Magri e Ghisi: «Che boom, ora si investa sulla B»

Come hanno seguito il percorso dell’Italia e di Cristiana Girelli agli Europei le ragazze di Brescia e Lumezzane e come vedono adesso il futuro del movimento? Le risposte alla capitana del Brescia Serena Magri ed alla centrocampista del Lumezzane Laura Ghisi, entrambe davanti al maxischermo martedì a Nuvolera a tifare per i nostri colori e per Cristiana: «Questi Europei – afferma Magri – lasciano in noi la consapevolezza di far parte di un movimento che cresce e che è il frutto di tutti i sacrifici nascosti e costanti». «Mi hanno lasciato tante emozioni – aggiunge Ghisi. Dispiace per la sconfitta così beffarda con l’Inghilterra, però anche questo fa parte del calcio».
Le riflessioni
I risultati ottenuti possono rappresentare la svolta per lo sviluppo del calcio femminile in Italia? «Gli ascolti boom per la semifinale dicono che l’interesse è quasi raddoppiato, ma è necessario che la Federazione si impegni ad investire ancor di più, in termini di budget, organizzazione, competenze e strutture». «Se siamo arrivati a competere con nazionali di questo livello – rileva Ghisi –significa che abbiamo fatto grandi progressi».
Girelli ha saputo dare un’immagine positiva e trascinante: «Ho conosciuto Cristiana al Brescia all’età di 15 anni – ricorda Magri. Era già una leader allora. A parte le sue qualità calcistiche, mi ha impressionato per empatia ed umiltà. Ci ha fatto emozionare e le ne siamo grate». «Ho avuto la fortuna e l’onore – commenta Ghisi – di giocare con lei nelle mie prime esperienze al Brescia. È una grandissima giocatrice, ma anche una bellissima persona».
Visibilità alla serie B
Segnali di crescita sì, ma non è tutto oro quel che luccica, vedi le rinunce in B di Chievo e Sampdoria. «Spero che grazie a questo Europeo – conclude Magri – anche la B possa avere la visibilità che merita: ora non è riconosciuta categoria professionistica e ciò comporta spese e costi enormi per le società». «La visibilità che ha avuto in questi anni la Nazionale ha aiutato, ma non basta – chiosa Ghisi –. C’è ancora molto da fare; soprattutto in B e in C esistono tutt’ora realtà e situazioni inaccettabili per le calciatrici».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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