Calcio

Europei femminili, Magri e Ghisi: «Che boom, ora si investa sulla B»

Sergio Cassamali
«Abbiamo fatto grandi progressi» commenta la centrocampista del Lumezzane, ma per la capitana del Brescia, «c’è ancora molto da fare»
Laura Ghisi e Serena Magri - © www.giornaledibrescia.it
Laura Ghisi e Serena Magri - © www.giornaledibrescia.it
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Come hanno seguito il percorso dell’Italia e di Cristiana Girelli agli Europei le ragazze di Brescia e Lumezzane e come vedono adesso il futuro del movimento? Le risposte alla capitana del Brescia Serena Magri ed alla centrocampista del Lumezzane Laura Ghisi, entrambe davanti al maxischermo martedì a Nuvolera a tifare per i nostri colori e per Cristiana: «Questi Europei – afferma Magri – lasciano in noi la consapevolezza di far parte di un movimento che cresce e che è il frutto di tutti i sacrifici nascosti e costanti». «Mi hanno lasciato tante emozioni – aggiunge Ghisi. Dispiace per la sconfitta così beffarda con l’Inghilterra, però anche questo fa parte del calcio».

Le riflessioni

I risultati ottenuti possono rappresentare la svolta per lo sviluppo del calcio femminile in Italia? «Gli ascolti boom per la semifinale dicono che l’interesse è quasi raddoppiato, ma è necessario che la Federazione si impegni ad investire ancor di più, in termini di budget, organizzazione, competenze e strutture». «Se siamo arrivati a competere con nazionali di questo livello – rileva Ghisi –significa che abbiamo fatto grandi progressi».

Girelli ha saputo dare un’immagine positiva e trascinante: «Ho conosciuto Cristiana al Brescia all’età di 15 anni – ricorda Magri. Era già una leader allora. A parte le sue qualità calcistiche, mi ha impressionato per empatia ed umiltà. Ci ha fatto emozionare e le ne siamo grate». «Ho avuto la fortuna e l’onore – commenta Ghisi – di giocare con lei nelle mie prime esperienze al Brescia. È una grandissima giocatrice, ma anche una bellissima persona».

Visibilità alla serie B

Segnali di crescita sì, ma non è tutto oro quel che luccica, vedi le rinunce in B di Chievo e Sampdoria. «Spero che grazie a questo Europeo – conclude Magri – anche la B possa avere la visibilità che merita: ora non è riconosciuta categoria professionistica e ciò comporta spese e costi enormi per le società». «La visibilità che ha avuto in questi anni la Nazionale ha aiutato, ma non basta – chiosa Ghisi –. C’è ancora molto da fare; soprattutto in B e in C esistono tutt’ora realtà e situazioni inaccettabili per le calciatrici».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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