Calcio

Dalla gioia al gelo: in 500 a Nuvolera per Cristiana Girelli

Francesco Venturini
Davanti al maxischermo s’è radunata una comunità «orgogliosa della sua Maradona: sempre con lei». La serata si è però chiusa con l’amarezza per il ko e l’infortunio
Il maxischermo a Nuvolera - © www.giornaledibrescia.it
Il maxischermo a Nuvolera - © www.giornaledibrescia.it
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Sembrava fatta. Sembrava davvero il momento giusto, quello in cui il sogno prende forma e la storia si compie. Invece, a pochi secondi dal fischio finale, l’Inghilterra ha spento la luce di una piazza piena. Prima la rete di Agyemang nel recupero, poi il tap in di Kelly – dopo il rigore sprecato – che ha spento le speranze, le urla di gioia già pronte, i cuori che da Ginevra a Nuvolera avevano cominciato a battere all’unisono.

Orgoglio

Una beffa tremenda, all’ultimo respiro, che nega all’Italia la finale dell’Europeo femminile, ma non cancella ciò che resta: l’orgoglio. Quello di un paese intero, Nuvolera, che questa sera si è stretto attorno alla sua fuoriclasse, Cristiana Girelli, per vivere insieme una serata di passione, appartenenza e amore. Lei, la numero 10 bresciana, ha guidato ancora una volta le compagne contro le campionesse in carica. In campo nel primo tempo, poi costretta ad arrendersi a un infortunio muscolare al 62’, ma rimasta in piedi, accanto a loro, fino alla fine. E con lei, tutta una comunità.

Il maxischermo

Circa 500 persone si sono ritrovate in piazza Generale Soldo, davanti al maxischermo allestito grazie al Comune, al club «La Contea» e al contributo degli sponsor. C’era chi indossava la maglia azzurra con il numero 10, chi sventolava il tricolore, chi semplicemente non riusciva a staccare gli occhi dallo schermo. Tutti a cantare l’inno di Mameli, tutti a incitare la loro Cristiana, quella bambina ormai donna che – come ricordava nei giorni scorsi Don Lucio, parroco del paese, ormai in pensione – passava ore e ore nel campetto dell’oratorio con il suo pallone.
 

Alcune delle calciatrici presenti in piazza - © www.giornaledibrescia.it
Alcune delle calciatrici presenti in piazza - © www.giornaledibrescia.it

Il pullman

Mancavano una trentina di persone: la sorella Nicol, la nipotina Federica e altri compaesani, partiti in pullman verso lo Stade de Genève per vivere l’emozione dal vivo. In piazza, invece, c’erano anche giocatrici del Brescia, del Lumezzane, del Verona e del Cuneo, e il sindaco Andrea Agnelli, che ha commentato così: «Vedere tutta questa gente in piazza a tifare Cristiana non è una sorpresa. Lei per noi è come Maradona per Napoli. A prescindere dal risultato, è la storia del calcio italiano e noi saremo sempre al suo fianco».

Amarezza

A scaldare l’ambiente ci aveva pensato proprio lei, Girelli, con un post pubblicato due giorni prima della sfida: «Prendiamoci il tempo. Per respirare. Per sentire. Per crederci. E poi… per fare rumore». E quel rumore, Nuvolera lo ha fatto davvero. Prima timido, poi crescente. Fino all’esplosione alla mezz’ora, con il gol di Bonansea che aveva fatto tremare la piazza. E fino al gelo di quel pareggio subito nel recupero e quel rigore che grida vendetta. Una notte che sembrava perfetta. E che invece finisce con l’amaro in bocca. Ma anche con una certezza: Nuvolera c’era. E per Cristiana ci sarà sempre.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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