Calcio Brescia 1911, Lucà: «Dietro a questo progetto non c'è Cellino»

Precisazione numero uno: «Dietro a questo progetto non c’è Massimo Cellino. Ed è assurdo anche solo pensarlo». Precisazione numero due: «Nulla contro Giuseppe Pasini col quale ho anche avuto anche occasione di collaborare. Ma la sua è una operazione tecnico-commerciale che nulla ha a che vedere con il Brescia e la sua storia. Detto ciò, non siamo in antitesi col suo progetto, uno non escluderebbe l’altro». Premesse che servono per arrivare a bomba: è stata costituita la Calcio Brescia 1911 Asd che ha già il suo presidente, lo scrittore (già candidato sindaco per i Cinque stelle) e grande tifoso del Brescia Alessandro Lucà («ma io non appartengo ad alcun gruppo»).
Il neonato club rappresenta la messa a terra dei propositi palesati dal gruppo ultras Brescia 1911 già a partire da quel famigerato 6 giugno: «E infatti – dice Lucà – le riflessioni sono iniziate da quel giorno. Questo è un progetto che nasce dal basso e che ha via via raccolto sempre più consensi. Ci sono voluti 20 giorni circa per capire, seguiti da legali e consulenti, quale strada prendere. Poi un’altra decina di giorni per preparare il tutto. E ora siamo qui, pronti a capire se potremo chiedere alla Figc l’iscrizione in sovrannumero al campionato d’Eccellenza: certo, avremmo una matricola nuova rispetto alla storica, ma in base a quelle che sono le Noif, segnatamente in base all’articolo 52, potremmo andare in continuità con la storia del vecchio Brescia».

Prosegue Lucà: «Abbiamo i requisti relativi alla solidità economica – con un business plan triennale – e il fatto di poter rappresentare una città e la sua storia calcistica. Poi però ci sono delle condizioni che non dipendono da noi: occorre che entro domani nessuno iscriva il Brescia “che fu” in Eccellenza e che poi, ci sia il benestare del Comune dopo che avremo fatto domanda alla federazione».
Domani scadono i termini d’iscrizione per le aventi diritto a disputare un campionato d’Eccellenza. Se anche Cellino avesse convinto qualcuno a rilevare il suo ramo d’azienda calcistico o lui stesso volesse fare l’impensabile, dovrebbe comunque essere chiesta l’ammissione in sovrannumero (quindi dopo la data di domani) a meno che non si sia trovata – e questa sarebbe effettivamente l’unica strada realisticamente percorribile – una società già esistente (e avente diritto alla disputa dell’Eccellenza) alla quale «appoggiarsi» con la propria matricola. Fermo restando che occorrerebbe aver saldato prima circa 3 milioni di euro di debiti.
Prosegue Lucà: «Dietro di noi ci sono imprenditori, finanziatori e uomini di calcio molto importanti. E abbiamo già anche trovato un campo da gioco...». Ma per avere una «presa» sull’esterno, non sarebbe il caso di svelare qualche nome o dettaglio? «È inutile farlo prima di capire se c’è una possibilità per noi: solo allora usciremmo allo scoperto. Un primo incontro con il Comune, con i consulenti di Castelletti (il capo di gabinetto Brambilla, ndr), c’è già stato. Posso comunque dire che se qualcuno domani iscrivesse il Brescia noi seguiremmo quel Brescia».
Tornando sul proprio progetto: «Nasce dal basso, dalla voglia di garantire continuità a 114 anni di storia. Cosa che, con tutto il rispetto, non può fare la realtà di Pasini che ha una matricola vecchia di appena 15 anni e che muove da un’altra realtà. Da subito la Loggia ha preso la strada della serie C e solo pochi giorni fa hanno detto che non c’erano alternative. Ora questa alternativa c’è. Se ci aspettiamo apertura? Sarebbero obbligati a darcela. Rispettiamo la scelta che è stata fatta puntando sulla trasformazione della FeralpiSalò, ma la nostra iniziativa è differente. Noi abbiamo tutto il diritto di tutelare la storia del Brescia: noi potremmo rappresentare la città».
La sorpresa a Salò
Lucà nel 2023 in collaborazione con la FeralpiSalò ha scritto il libro «Capacidi», romanzo sulla legalità che venne anche presentato a Librixia. Sul palco con Lucà c’era anche Pasini. Anche per questa circostanza le notizie circa il neonato club dilettantistico hanno destato sorpresa nella struttura dell’industriale valsabbino. Se da subito i Brescia 1911 avevano manifestato il loro dissenso attorno all’operazione rinascita – che gode comunque del placet della maggioranza della piazza –, la Curva Nord ha dato il suo assenso. Anche se all’interno dello stesso gruppo organizzato non manca chi si è dissociato. È il caso di un paio di sezioni che hanno dichiarato di voler valutare percorsi alternativi compresa «una ripartenza dai dilettanti perché non tutti - in sintesi - si identificano nel percorso tracciato da Loggia e Pasini».

Prese di posizione alle quali ha fatto eco l’appello del leader della Nord Enzo Ghidesi all’unità: «Dovremmo sederci a un tavolo... per il bene del popolo biancoblù, che merita di vivere una curva serena, unita, e magari pure una storia che da qui in avanti possa dar loro gioia e felicità dopo gli ultimi cinque anni celliniani, devastanti sotto questo aspetto. Sarei pronto – spiega il leader della Nord – a mettermi da parte se io sono un problema». Certo è che l’ultimo mese e mezzo di sede calcistica vacante, è corso via angoscia, suggestioni, fiducia, speranza e iniziative in ordine sparso come quella portata avanti dagli avvocati Alberto Scapaticci e Marialuisa Garatti con Andrea Erranti e «Spillo» Altobelli come testimonial per spingere Pasini ad aprire all’azionariato popolare (oggi questo «comitato» è regolarmente invitato a Palazzo Loggia. Di certo, tra oggi e domani si farà con certezza un nuovo Brescia. Cosa resterà di tutti i moti e le emozioni post 6 giugno, si vedrà.
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