Calcio

Brescia, in trasferta il rendimento è da play off

Fuori casa solo sei squadre hanno fatto meglio: sabato col Sassuolo servirebbe però un capolavoro
Rolando Maran - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Rolando Maran - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Il Brescia ha il sedicesimo rendimento del campionato in casa (15 punti in 13 partite) e l’ottavo in trasferta (14 in 12). Il primo è da play out, il secondo da play off.

Differenze

La forbice è ampia e svela le enormi difficoltà della squadra di Maran al Rigamonti: il lungo digiuno di vittorie dura dal 30 settembre, quando i biancazzurri strapazzarono la Cremonese in un tempo e chiusero soffrendo. Fuori casa, invece, l’imbattibilità vige da quasi due mesi (l’8 dicembre a Catanzaro, nel match che costò l’esonero a Rolando, l’ultimo ko).

Birkir Bjarnason - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Birkir Bjarnason - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it

In termini di media punti in esterna il Brescia è addirittura settimo: 1,16 contro gli 1,15 della Juve Stabia, che di punti ne ha raccolti 15 ma in 13 gare. La squadra, insomma, viaggia a due velocità.

Non è un dato rassicurante perché il Rigamonti ha smesso di essere un fortino: nella scorsa stagione lo era stato e il Brescia, facendosene forza, si era regalato un viaggio ai play off. Però dietro l’angolo (sabato) c’è l’impegno in trasferta più proibitivo, e per darsi coraggio ci si aggrappa anche alla faccia luccicante della medaglia.

Metterla solo sui numeri serve a poco: il Sassuolo sta dominando il campionato, e al Mapei ha sbagliato pochissimo. Dieci successi, un pareggio e una sconfitta in dodici gare. A Reggio Emilia ne ha vinte nove consecutive, la serie è aperta. Mettiamoci pure che il Brescia non ha mai infilato sei punti in due trasferte di fila e il quadro è completo.

Precedenti

Non è la fredda contabilità a dover dar fiducia ai biancazzurri. L’operazione da fare è un’altra: dai viaggi fuori Mompiano, più di una volta, sono arrivati degli scossoni in momenti difficili. Proprio quel che ci vorrebbe ora. Solo che stavolta la missione è infinitamente più ardua.

A Bolzano, a fine agosto, ne arrivò uno bello pesante: il Brescia era reduce da due sconfitte consecutive, di fronte alle prime difficoltà della stagione la squadra reagì e vinse con una prestazione solida e quadrata. Quel risultato diede slancio per il 4-0 nella gara successiva contro il Frosinone, sul podio di quelle più belle e convincenti di questo campionato, prima di tornare ad arrancare.

L’1-0 di Marassi contro la Sampdoria fu ancora più pesante: il Brescia navigava in acque torbide, agitate, e quei tre punti le calmarono per qualche giorno. Probabilmente prolungarono di una manciata di settimane la traiettoria del Maran-bis.

Che al suo terzo debutto, dieci giorni fa, ha piegato una modesta Carrarese. Ma in un momento come questo il valore dell’avversario ha una rilevanza relativa: serviva un segnale ed è arrivato. Non è poco, con il vento di scirocco a sfavore che soffia di questi tempi. Ripetersi contro la capolista avrebbe un significato enorme, imparagonabile ai precedenti. L’unica a esserci riuscita è la Cremonese: era il 31 agosto, una vita fa. E soprattutto era un Sassuolo completamente diverso, in piena fase di riassestamento dopo l’atterraggio in B dalla serie A. È complicatissimo, ma il Brescia ha l’obbligo di provarci. La classifica è corta, i play out distano appena due punti. Certi fantasmi è meglio non tornare a vederli.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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