Calcio

Il Brescia punta sull’asse D’Andrea-Dickmann per ritrovare certezze

Con la Salernitana spunti del «vecchio» Lorenzo, che con il supporto di Luca vuole tornare sui suoi livelli. Contro il Sassuolo sfida dal sapore speciale per l'ex
Dall'alto, D'Andrea con Maran e Dickmann - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Dall'alto, D'Andrea con Maran e Dickmann - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Se il suo motore ingolfato ha prodotto qualche scoppiettio contro la Salernitana, il Brescia lo deve principalmente alla catena di destra. L’istantanea è questa: scavetto di velluto di D’Andrea per Dickmann, che inforca la difesa e offre al centro per Olzer. E poi il palo. L’epilogo è sfortunato, il potenziale baluginato in quella giocata decisamente meno. Perché nell’ottica di una potenziale svolta fissa verso il 4-3-3, l’asse della «doppia D» fa drizzare le antenne a Maran. Un mix di corsa e dribbling che può annaffiare l’aridità di squadra in questi fondamentali.

L’ex neroverde

D’Andrea è arrivato da poco, ma complice l’emergenza ha esordito da titolare già lo scorso venerdì. Qualcosa si è intravisto: volontà, spunti, un paio di scariche elettriche. La più intensa proprio in quella combinazione con Dickmann. È pure parso vagamente arrugginito, ma tenendo conto che prima di venerdì aveva messo insieme poco più di un’ottantina di minuti tra campionato e Coppa Italia, è il minimo che ci si potesse aspettare. Alla vigilia Maran aveva battuto molto in conferenza sull’«atteggiamento propositivo» dell’esterno, la prestazione contro la Salernitana ha riempito e dato rotondità a quelle parole. Adesso arriva la «sua» partita, contro un passato talmente recente da fondersi col presente.

Il Sassuolo l’ha ceduto al Brescia in prestito con diritto di riscatto, lui l’ha salutato appena una dozzina di giorni fa («non so se sia un arrivederci o un addio») con un messaggio colmo di gratitudine. Ora, però, sogna di far male alla sua ex squadra. È ancora presto per stabilire quante possibilità abbia di strappare la seconda maglia da titolare consecutiva. Ma D’Andrea scalpita e – c’è da giurarci – l’idea di sbloccarsi proprio contro i neroverdi, al Mapei, lo solletica.

Il terzino

Chissà che non sia stata anche la sua presenza a stappare la «vecchia» versione di Dickmann. Il totem della scorsa stagione si è rimaterializzato venerdì. Già a Carrara aveva scorrazzato sulla fascia con energia, ma pure con qualche errore di troppo. Con la Salernitana ha alzato il tasso qualitativo senza intaccare la componente atletica. Insomma, falcate e spunti del primo Dickmann. La cui frequenza, in questo campionato ben più travagliato dello scorso, si è abbassata notevolmente. Il Brescia ha bisogno torni stabilmente su quei livelli e che li mantenga fino al termine del campionato. I prodromi dell’intesa con D’Andrea possono favorire questo processo. Il primo a sperarci è Maran, l’uomo chiamato a ricostruire le certezze di questa squadra. Partendo da quelle più vecchie.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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