Brescia, singoli diventati squadra con la forza delle idee

Il Brescia, questa volta l’ha fatta «sporca». E proprio questo è stato il bello: il massimo anzi per prepararsi a quella che sarà «la» partita contro il Monza. La vittoria, sporca per l’appunto, contro il Parma, ha detto moltissime cose. Tutte buone anche se c’è stato da soffrire dall’inizio alla fine. Proprio per questo anzi. Perché i ducali sono stati molto più banco di prova del Vicenza naturalmente, ma anche del Pisa nonostante la classifica. A scorrere tutte le partite di campionato del Brescia, resta una sensazione netta: che nessuno era riuscito a mettere Bisoli e compagni in difficoltà come ha fatto la squadra di Iachini. Tendenzialmente infatti, quando il Brescia s’è fatto male, ha fatto tutto da solo favorendo il ritorno, o l’aggressività, degli avversari, con atteggiamenti da squadra più preoccupata dei propri limiti che conscia delle proprie potenzialità.
Mettersi alla prova
Il Parma, nel nuovo corso coriniano, era quel che ci voleva per mettersi alla prova a 360° tanto per la qualità che i ducali, pur al netto di pesanti e tante assenze, hanno potuto proporre e per la capacità (certo non lo abbiamo scoperto l’altro ieri) di Beppe Iachini di far stare benissimo i suoi in campo rendendo il suo contesto un insieme armonico che s’è esaltato al palleggio e che ha mandato così fuorigiri il Brescia e il suo piano partita che prevedeva da subito un assalto. Invece, la squadra di Corini s’è dovuta adattare, ha dovuto capire che quel che era stato preparato era inapplicabile. Ha dovuto pensare e riflettere, ma dovendo pensare anche a correre e rincorrere fino a farsi venire la lingua penzoloni. Poi, nell’intervallo Corini ha dato una registrata tattica e anche mentale: nel secondo tempo gli stessi uomini hanno seguito un altro spartito con il Brescia stavolta a padroneggiare meglio tutti gli strumenti della partita: ha corso tanto quanto il primo tempo, ma meglio. E lo ha fatto fino alla fine. Per 95’.
Singoli diventati squadra
E anche questo, in prospettiva, è un elemento significativo: fisicamente la squadra c’è. Ed era la terza partita in 8 giorni. Dalle difficoltà di serata, un preview delle altrettante che ci saranno a Pasquetta col Monza, come ne è uscito il Brescia? Con la forza di idee messe in fila, con l’organizzazione e con un insieme di singoli che hanno ragionato e agito da squadra (trascinante di un pubblico mai così bello quest’anno): l’azione del gol, di sistema, è stata emblematica da questo punto di vista. Nulla è stato un caso: il «guizzo», che avevamo auspicato, è stato voluto e costruito. E sì, c’è stata anche un po’ di fortuna. Ma torniamo a concetti espressi mesi fa, quando un Brescia ancora propositivo portava a casa partite impensabili: i presupposti per la fortuna, te li crei con l’atteggiamento. Il Brescia ha anche rischiato, e non poco, lunedì. Sì: ma ha rischiato perché se l’è giocata. Si chiama mentalità.
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