Calcio

Il Brescia trascinato da Moreo torna in corsa: la A è a due passi

Contro il Parma ottiene un successo di misura e si rilancia nella corsa-A: è a -2 dal secondo posto
Facile, no? Così sembra dire Stefano Moreo, match winner del Brescia - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Facile, no? Così sembra dire Stefano Moreo, match winner del Brescia - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
AA

Caro Brescia: per te il sogno di rimescolare le carte della serie A diretta continua. Perciò: annullate la gita fuori porta di Pasquetta, o comunque fate in modo di trovarvi pronti per le 20.30 di lunedì prossimo: c’è da spostare, tutti insieme, il cuore ancora un po’ più in là, fino in Brianza per la resa dei conti contro il Monza. Lo ha «deciso» Stefano Moreo con il gol numero nove della stagione che ha portato in dote tre punti contro il Parma.

Lo ha «deciso» un Brescia da «volli fortissimamente volli». E allora la classifica racconta di un -2 dal secondo posto dove ci sono il Monza, la Cremonese e dove giovedì sera potrebbe esserci, dopo il recupero contro il Cosenza, anche il Benevento. Lo vedremo: intanto, ciò che vediamo è solo un sogno tutto da vivere.

Quella con il Parma è stata una vittoria voluta, cercata, trovata. Passando per le forche caudine della sagacia di Beppe Iachini, trovando anche un pizzico di fortuna (Brunetta che ha graziato Joronen sullo 0-0). È stata una vittoria «sporca» (e ancora senza subire gol: sono 310 i minuti di imbattibilità) di quelle che certe volte, tipo ieri, valgono anche di più. Ma soprattutto è stata vittoria meritata perché costruita attraverso la pazienza e la capacità di mantenersi sempre su un filone di razionalità. Quello che ha consentito di non smarrire mai il filone giusto.

Un filone lungo il quale a un certo punto raccogliere tutta la propria motivazione, e il proprio coraggio, da sbattere in faccia al momento giusto ai ducali. Che non erano sangue agli occhi, ma che erano comunque un concentrato di qualità (ma si è vista l’assenza di Vazquez: sono mancate tutte le idee migliori) soprattutto a centrocampo, dove il Brescia ha patito non poco, nel primo tempo, il palleggio altrui.

È stato però un Brescia che ha trovato un «rifugio» sicuro in Stefano Sabelli, che ha fatto di tutto e anche di più: era così dappertutto e così in palla, che a momenti ci è sembrato persino vestire i panni di un play. Ha sopperito alle mancanze di chiunque, coprendo soprattutto quelle di un centrocampo poco ispirato di pari passo a un Léris troppo confusionario per dare la linfa giusta. Ha avuto il suo peso anche il... peso della partita: è stato un Brescia meno libero del solito, troppo composto. Che s’è sciolto però alla lunga, in un crescendo di voglia e determinazione.

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La dinamica

Ti aspetti subito una squadra pronta all’assalto come col Vicenza e col Pisa, invece i primi minuti sono quasi «inzaghiani»: più all’insegna dell’attendismo nonostante sul pronti-via per Van de Looi (ben disinnescato da Iachini) ci sia un’occasione grossa come una casa: errore grossolano, buon per lui arrivi una fischiata per fuorigioco. Tempo 10-15’ che comunque il Brescia prende le misure al giro palla del Parma e di conseguenza trova il modo di comandare in qualche modo la situazione. Ne esce un «vorrei, ma non posso» con errori a profusione nel tentativo di giocare in velocità e alzare i ritmi contro un Parma stanco e attento solo a cercare qualche occasione, che non trova, in ripartenza.

La partita è molto equilibrata, ma il Brescia pur contratto ci infila due «mezze» (e qualcosa in più) occasioni con Moreo e Bisoli e soprattutto una mega chance con Léris di testa, innescato da Sabelli: come faccia Turk a togliere la palla dalla linea (ci vuole la gol line technology per levare i dubbi) è un bel mistero.

La ripresa

Stesso copione e stessi uomini per tutti nella ripresa, ma si capisce che il Brescia ha un’altra attitudine, che vuole avere un altro piglio e non a caso si fa beccare d’infilata due volte: bravo Joronen su Brunetta e poi grazie Brunetta che manda fuori a tu per tu col portiere. La partita è ufficialmente sbloccata, molto aperta. E i rischi corsi, aggiungiamo pure un’altra ripartenza presa con Bernabé, hanno quasi il potere di scuotere definitivamente gli uomini di Corini, che al 19’ trovano il destro prolunga-sogno di Moreo: ma mezzo gol, o anche di più, è da assegnare a Sabelli e alla sua azione insistita e alla lucidità di Bisoli nel servire il compagno davanti alla porta.

Resistenza finale: l’ultimo tentativo ducale con il tiro di Bonny dal limite - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Resistenza finale: l’ultimo tentativo ducale con il tiro di Bonny dal limite - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it

Il mood adesso è quello giusto e anche il cuore del «Rigamonti» batte nel modo giusto. La partita è in controllo, ma troppo aperta e nel finale l’occasione di chiuderla su rigore (conquistata dall’ottimo Tramoni che entra bene in una oculata e fruttifera gestione dei cambi) viene «revocata» per un fuorigioco di Karacic. Cinque di recupero, cuore in gola e poi il verdetto: caro Brescia, per te il sogno può continuare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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