Calcio

Brescia e l’operazione Pasini, inizia una delle settimane decisive

In casa biancazzurra si cerca di delineare il futuro: nei prossimi giorni è possibile un incontro con il Comune
Giuseppe Pasini - Foto New Reporter Perteghella © www.giornaledibrescia.it
Giuseppe Pasini - Foto New Reporter Perteghella © www.giornaledibrescia.it
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Solitamente nel periodo estivo l’espressione «settimana decisiva» viene usata di frequente, soprattutto per le trattative di mercato. Per il Brescia dal 2023 non è così: la settimana decisiva spesso è coincisa con sentenze dei tribunali, risvolti di operazioni della Guardia di Finanza, fino ad arrivare ad oggi con un fallimento che incombe e una nuova via che potrebbe essere intrapresa. Insomma, tutto tranne che calcio giocato. Di botto viene da sperare che sia l’ultima estate così, per il bene mentale (e fisico) di tutti.

Passi

Venendo al Brescia, questa sì in qualche modo può diventare la prima di «settimane decisive»: mentre il campionato di serie B cerca di chiudere l’ennesima stagione tribolata e la serie C inizia a fare i conti con quante squadre ci saranno e quanti invece i posti lasciati liberi, in casa biancazzurra si cerca di delineare il futuro. Al centro c’è ovviamente la figura di Giuseppe Pasini, che dopo l’investitura da parte di Comune prima e industriali poi, adesso deve capire fino in fondo se «l’operazione Brescia» possa davvero andare in porto.

Ci sono però delle date da rispettare: la Figc ha stabilito il 24 giugno come ultimo giorno utile per la procedura d’iscrizione alle quattro società coinvolte nella «coda» del campionato (ovvero Brescia, Frosinone, Salernitana e Sampdoria), ma solo relativamente alla garanzia fideiussoria. Salvo clamorose novità che è difficile prevedere (ma mai da escludere quando c’è di mezzo Massimo Cellino) la storia del Brescia calcio si interromperà in quel momento.

A quel punto ci sarà tempo fino al 15 luglio per Pasini, e si spera altri imprenditori bresciani disposti ad aiutarlo, per procedere sia al cambio di denominazione e sede creando la «nuova identità», sia all’indicazione del campo di gioco.

La Leonessa e lo stadio

E se Leonessa – con o senza Brescia – potrebbe essere un’idea rispetto al nome per il periodo di transizione (il punto di caduta sarebbe poi scontato: tornare a chiamarsi Brescia calcio magari con il logo storico), resta però da capire se e come la nuova squadra possa eventualmente disputare le partite casalinghe al Rigamonti. Tra il Comune e Massimo Cellino esiste una convenzione per l’utilizzo dell’impianto di Mompiano fino al 2028, ma gli avvocati stanno studiando da giorni le carte per capire se si possa uscire dall’impasse.

Lo stadio Rigamonti - © www.giornaledibrescia.it
Lo stadio Rigamonti - © www.giornaledibrescia.it

Uno dei motivi che porta al sì è riferibile al fatto che mancherebbe all’appello il pagamento di due rate da parte del sodalizio di via Ferramola (a proposito, lì l’aria di smobilitazione è generale e i dipendenti restano in attesa di capire il loro futuro), motivo per il quale la convenzione andrebbe a decadere. E il Rigamonti sarebbe quindi libero per ospitare la squadra, teoricamente a quel punto iscritta al campionato di serie C.

Momenti

E allora si torna al concetto di settimana decisiva, o la prima delle tante, perché già nei prossimi giorni potrebbe esserci un nuovo incontro sull’asse Pasini-Castelletti-Del Bono. A ciò ovviamente si affianca anche un’interlocuzione continua con la Federazione per avere il quadro preciso della situazione da qui a metà luglio. Ecco perché il presidente della FeralpiSalò e i suoi collaboratori stanno studiando ogni mossa, non vogliono lasciare nulla di intentato né commettere errori.

Chiaro però come il consenso rispetto all’eventuale operazione monti con il passare del tempo. Quello di giovedì scorso al passaggio di consegne in capo a Confindustria Brescia è stato per Pasini un vero e proprio bagno di folla. Con una differenza rispetto al passato. Quando arrivava Gino Corioni, erano sempre pacche sulle spalle, «bravo Gino qui», «bravo Gino là», ma poi nessuno era concretamente intenzionato a dare una mano.

I colleghi imprenditori

Stavolta è diverso: da Pasini i colleghi imprenditori sono sì andati ad incoraggiarlo perché porti avanti l’operazione, ma si sono anche detti pronti a dare una mano. E le parole pubbliche, che vanno oltre la già citata pacca sulla spalla, di Beretta e Streparava ne sono una testimonianza. E sarebbe davvero un peccato, visto da che parte tira il mondo del calcio, lasciarsi scappare la possibilità che il «sistema Brescia» possa finalmente investire anche nella principale squadra della città. In ballo ci sono 114 anni di storia, di passione, di sacrifici. Di amore.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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