Nuovo Brescia: allenamenti a Salò, cosa succede per lo stadio

Su è giù, avanti e indietro con pacchi e scatoloni. In via Solferino si smobilita. Gli uffici sono semivuoti e dalla prossima settimana la maggior parte dei dipendenti verrà messa in ferie, dalle quali sanno che non rientreranno più. Così in città, in via Solferino. E la situazione non è differente a Torbole Casaglia: al centro sportivo la poca vita è assicurata dalle squadre delle giovanili ancora impegnate nei tornei (l’attività si concluderà domani) e che ancora si allenano su campi che però da giorni non vengono innaffiati, dato che Massimo Cellino ha dato ordine di chiudere gli impianti di irrigazione.
Le basi
Per un Brescia che lentamente muore – mentre prende corpo la possibilità che lo stesso Cellino liquidi il club cercando accordi con i creditori – ce n’è un altro che cerca di nascere e fiorire (e nel quale si capirà se qualche dipendente del vecchio potrà essere ricollocato) sul terreno della FeralpiSaló. La rotta è tracciata: avanti tutta. Verso la realizzazione di un progetto con la regìa di un Giuseppe Pasini che lavora sotto traccia in attesa di poter avviare i passaggi formali.
Dal 26 giugno in poi, sarà corsa contro il tempo. Intanto, all’inizio della prossima settimana verrà affrontato il tema della concessione del Rigamonti: verrà revocata quella firmata con Cellino che peraltro è moroso non avendo corrisposto il canone di locazione stagionale. Nel frattempo, con l’imprenditore sardo si cercherà un accordo (c’è già chi è al lavoro) per pitch box e tutte quelle strutture rimovibili (Curva Nord compresa) che un domani Cellino potrebbe rivendicare.

Il campo di allenamento
Non si discute di Torbole: la prossima stagione, il nuovo Brescia (sono in atto anche i confronti per la nuova denominazione) si allenerà a Saló dove in un primo tempo almeno rimarrà anche la struttura operativa della società che, a prescindere da quella che sarà eventualmente la composizione azionaria e da quali e quanti colleghi industriali-imprenditori dovessero seguirlo (le manifestazioni di interesse non mancano) avrà certamente in Giuseppe Pasini il presidente.
L’ossatura
Con, salvo colpi di scena, il diesse Andrea Ferretti e il tecnico Aimo Diana come referenti per una parte sportiva che poggerà le basi sulla ossatura di squadra della FeralpiSaló, oltre a Dimitri Bisoli (contatti informali ce ne sono già stati) e altri tre-quattro elementi esperti (al di là del capitano non si pescherà dall’attuale rosa del Brescia visto che i più hanno già accordi di massima con squadre di serie B).
Questa fase è per forza di cose interlocutoria, ma allo stesso tempo operativa: si lavora per farsi trovare pronti e non ritrovarsi impreparati nemmeno di fronte a eventuali colpi di coda celliniani. È inoltre confermato che, a progetto avviato e in attesa della conclusione (siamo alla Cassazione) del contenzioso del quale è rimasto «prigioniero», si cercherà di riappropriarsi del marchio storico del Brescia valutando i costi dell’operazione.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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