Brescia, la svolta è maturata: Cellino si è dimesso da presidente

Nessuna comunicazione ufficiale. Solo un silenzio totale. Che tuttavia non ha impedito di trovare riscontri rispetto alla nostra indiscrezione, non smentita, di ieri. La gestione del Brescia targata Massimo Cellino appare a un punto di svolta: l’imprenditore sardo ha rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente. Come detto: nessuna comunicazione ufficiale.
Solo un silenzio totale al quale la società si è auto-consegnata nell’attesa di capire come Cellino, in questi giorni fuori città impegnato in questioni private e personali, intenda gestire anche pubblicamente la sua mossa. Non priva di incognite. E che al momento non consente di spingersi oltre nelle valutazioni proprio perché non si comprende fino in fondo non tanto la ratio, ma la finalità ultima della scelta di colui che resta il patròn pur senza carica. Quello relativo alle dimissioni che avevamo definito come un pensiero, in realtà era una scelta già maturata da giorni sulla quale chi ha provato a farlo desistere non ha in realtà trovato margini.

La lettera
E così si è appreso che Cellino aveva fatto partire una lettera rivolta ai membri del Cda del Brescia, al custode delle azioni della Eleonora Immobiliare (la controllante della Brescia Holding che a sua volta controlla il club) Pierangelo Seri e all’amministratore dell’Eleonora Stefano Midolo che tra l’altro è appena stato cooptato nel Cda del Brescia (al posto del dimissionario Daniel Arty).
Nella missiva, Cellino (che era rimasto colpito dalla richiesta al Brescia di rientrare dal finanziamento ricevuto a suo tempo dal socio Brescia Holding di 16,8 milioni di euro) avrebbe esternato la sua mancanza di serenità per poter gestire la stagione senza riversare il suo malessere sugli attori del campo, nonché fatto presente che con le limitazioni figlie del dovere di condivisione con le figure di garanzia nominate dal tribunale Seri e Midolo, non sente di poter portare avanti la propria missione che richiede tempestività nell’assunzione di decisioni e nella programmazione. Anche solo del prossimo mercato di gennaio. Ed evidentemente vuole che questo appaia chiaro anche sull’esterno. Ora, c’è un passaggio formale che va effettuato.

Cosa succede ora
Le dimissioni (ribadiamo: si attende solo la conferma ufficiale) andranno discusse (ratificate) da un consiglio d’amministrazione che dovrebbe essere convocato per la fine della settimana (venerdì). Cosa succederà? Più di un consigliere potrebbe anche prendere in considerazione di dimettersi a propria volta ritenendo che senza Cellino anche il loro mandato non abbia più ragion d’essere. Dimissioni a «catena» potrebbero dunque far cadere il Cda. A ora composto da Giampiero Rampinelli Rota, Aldo Ghirardi, Luigi Micheli (che è anche dg del Brescia), Niccolò Barattieri, Stefano Midolo ed Edoardo Cellino. Se si arrivasse al decadimento del consiglio d’amministrazione cosa accadrebbe?
La proprietà dovrebbe nominare un nuovo consiglio. E la proprietà è Brescia Holding il cui amministratore è ancora Cellino. A questo punto si potrebbe pensare a dimissioni «bluff» o dimostrative, ma il concetto è quello di cui sopra: l’imprenditore sardo non può più disporre a «pieno titolo» della sua azienda.
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Chi gestirà la stagione
A cosa sia davvero finalizzato il suo gesto però è ancora da definire bene. E qualora si verificasse lo scenario che abbiamo dipinto potrebbe decidere di intervenire il tribunale che appunto, tramite Seri (a sua volta potrebbe entrare in un nuovo Cda) e Midolo controlla la Eleonora Immobiliare nella cui pancia si trova il Brescia. Insomma: a chi toccherà la gestione della stagione? Che - anche qui giusto precisare - finanziariamente è al sicuro: in cassa c’è liquidità per arrivare al termine con serenità.
Va ricordato che con il maxi sequestro cautelativo in essere (l’udienza per il ricorso in Cassazione è stato fissato per il 29 gennaio), la società va condotta in maniera tale da preservarne il valore. Che si preserva anche attraverso i risultati sul campo. Di scenario in scenario non è da escludere nemmeno che la palla finisca direttamente al tribunale. E una gestione comporta onori e oneri anche di fronte all’opinione pubblica. Di certo c’è che questo è un momento significativo con Cellino ora disposto a prendere in considerazione offerte, congrue, per cedere la società. A tutti i livelli però ora ci si attende che la strategia assuma contorni chiari. E non si potrà attendere a lungo.
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