Brescia, la forza sta nel mezzo: il centrocampo è una miniera

Carlo Mazzone lo recitava come un mantra: «Dimmi che centrocampo hai e ti dirò che l’allenatore sei». Con declinazioni variabili a seconda del contesto d’applicazione, ma con un concetto di fondo univoco: è il «ventre» di una squadra a determinarne fortune e sventure.
Nel caso del Brescia, la sala di comando è ben variegata: assemblata in funzione delle richieste di Pep Clotet, amante del palleggio e del calcio offensivo, ma non per questo composta solamente da fini giocolieri e manchevole di alcune caratteristiche fondamentali anche nella più «catalana» (nello spirito) delle formazioni di Serie B. Al contrario, è l’eterogeneità delle qualità dei suoi interpreti la maggiore forza della mediana bresciana.
In tal senso è paradigmatico il caso di Jakub Labojko, che dopo un’estate con la valigia in mano è riuscito a ritagliarsi una centralità impronosticabile sino a qualche settimana fa. Lo ha fatto lavorando duramente in ritiro e a Torbole, attendendo pazientemente una chance materializzatasi a Como, complice lo stop per infortunio di Van de Looi: di lì in poi il polacco, abile sia in rottura che in impostazione, non ha più messo piede fuori dall’undici titolare. In quella casella c’è abbondanza: Viviani è regista più «puro», il già citato Van de Looi un ibrido che tornerà ad essere utile una volta scollinati i guai muscolari.
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Le opzioni non mancano neanche negli altri due slot: Ndoj e Galazzi (decisivi con i loro ingressi col Benevento) costituiscono la quota fantasia più spiccata insieme a Benali, e tutti e tre sanno muoversi anche sulla trequarti, Bisoli ha meno ricami ma è irrinunciabile (o quasi) per sagacia tattica e leadership, Bertagnoli è in crescita verticale e pure Garofalo, il più «operaio» della banda, ha raggranellato qualche minuto.
Casomai, in prospettiva la terra di mezzo dovrà diventare più fertile nel contributo in zona gol anche se fin qui sono già andati a segno Ndoj, Bertagnoli e Galazzi. L’opinione. Pure Alessandro Budel, specialista del ruolo ed ex rondinella, pone l’accento sulla pluralità di opzioni per Clotet in quella zona di campo: «Il centrocampo del Brescia ha un po' di tutto: forza, qualità, esperienza... Credo sia completo da tutti i punti di vista», sottolinea il talent di Dazn. Soffermandosi poi su due interpreti: «Galazzi è un giocatore molto interessante: si è adattato benissimo a far la mezz’ala, è andato in gol e ha fornito anche assist.
Può dare una grande mano, complimenti a chi l'ha scoperto. E Labojko a me piaceva già parecchio: sta solo dimostrando le sue qualità, merito anche di Clotet che gli sta dando fiducia». Seguendo la logica dell’equazione esposta sopra, a una mediana così variegata non possono che corrispondere ambizioni di un certo livello: «Ma essere partiti con i fari spenti come quest'anno può essere un vantaggio. Con qualche pressione in meno è più semplice far bene: in queste condizioni, in Brescia ha tutto per rimanere lì in alto fino alla fine».
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