Calcio

Brescia, la forza di Palacio: valore aggiunto per il gran finale

Dopo un recupero record il 40enne torna convocabile. La sua leadership possibile arma decisiva da volata
Rodrigo Palacio sarà nuovamente a disposizione di Corini - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Rodrigo Palacio sarà nuovamente a disposizione di Corini - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Il ticchettio del timer sta per esaurirsi. L’attesa è ora per il «trillo» finale, quello che sancirà il rientro di Rodrigo Palacio. Che, onestamente, è stato un po’ una specie di convitato di pietra degli ultimi finali: se ci fosse stato il «Trenza» a serpeggiare nell’ingorgo del secondo tempo a Pisa, o dopo il gol di Bisoli a Monza? Se Corini avesse potuto contare sulla sua esperienza nelle delicate fasi di gestione del vantaggio con la Spal? Domande alle quali è impossibile trovar risposta, ma che è stato inevitabile un po’ per tutti porsi.

Sugli assenti è buona norma non piangere mai: ma è abbastanza oggettivo che alla squadra, senza mancare di rispetto a nessuno, sia mancato colui che, semplicemente, è il suo valore aggiunto. E i giocatori sono sempre i primi a riconoscere quando qualcuno di loro è speciale. Non è infatti solo questione di sei gol e tre assist in questa stagione, bottino peraltro di lusso carta d’identità alla mano, ma anche - e forse soprattutto - tutto il contorno: i movimenti sempre opportuni, la generosità dell’uomo-squadra e la malizia del veterano.

Il film

Di questo assurdo campionato racconta che Palacio può essere ancora decisivo. Lui che a cavallo di febbraio-marzo con la doppietta con l’Ascoli, il gol-vittoria nella rimonta sul Perugia nonché le invenzioni giuste per trovare il pari a Como, ha vissuto il suo miglior momento. Voluto fortemente da Pippo Inzaghi, Rodrigo aveva poi finito per diventare motivo di tensioni latenti tra l’allenatore e Cellino che non ne gradiva l’impiego massiccio. Tensioni rimaste sempre sotto traccia, prima di venire a galla in concomitanza con il primo «esonero» di Pippo.

Una situazione di potenziale disagio alle quali tuttavia il taciturno e carismatico argentino che è sempre andato avanti per la sua strada di professionista impeccabile. Fino all’infortunio con il Lecce: quasi uno «scivolo» per la parabola discendente già in atto di Inzaghi, divenuta caduta libera nelle due successive gare seguite dall’ineludibile sollevamento dall’incarico. Un infortunio al gomito, con tanto d’interessamento dei legamenti, che sembrava aver posto irrimediabilmente fine alla stagione dell’ex Bologna.

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A quarant’anni suonati, in un contesto in cui s’era anche sentito un problema e nel quale peraltro nel frattempo Inzaghi non c’era più avrebbe anche potuto lavarsene le mani e pensare prima di tutto a recuperare dal delicato infortunio da un punto di vista prima personale che sportivo. Ma i campioni hanno una tempra tutta loro: e così Palacio, che con tenacia si è mantenuto in forma durante il periodo di terapie, presentandosi in condizioni sorprendenti a Torbole al momento del reintegro in gruppo. Tempi di recupero polverizzati tanto che si era pensato che già con la Spal potesse tornare a disposizione. Salvo sorprese, accadrà domani. Quanto abbia di autonomia è tutto da verificare: ma già moralmente, per tutti. la sua in panchina è una presenza importante e rappresenta un motivo in più di speranza per la volata finale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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