Calcio

Brescia, febbre da big match: a Pisa testa a testa in emergenza

Alle 15 è assalto alla vetta: Cistana e Galazzi sono out, a rischio Olzer e Borrelli. E pure Juric non è al top
Gabriele Moncini è una delle poche certezze in attacco per la sfida di oggi - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Gabriele Moncini è una delle poche certezze in attacco per la sfida di oggi - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Mai una gioia. Oppure: dopo ogni gioia arriva un dolore. Stavolta sotto forma di un pacchetto di giocatori febbricitanti: Olzer e Borrelli. Ma non è tutto: nemmeno Ante Juric, l’eroe per un giorno con il Frosinone, è al top. Pure lui debilitato da un paio di giorni sempre causa febbre.

E quindi ci risiamo con la maledizione di un attacco che vede fuori causa anche Galazzi il cui forfeit era già annunciato. Galazzi, Olzer, Juric: i tre mattatori di una settimana fa. E poi Borrelli che era in predicato di un rilancio in grande stile con chance dal 1’ insieme a Juric. Pare che Maran la stesse pensando e preparando così la scalata alla Torre per arrampicarsi in cima alla classifica di serie B sognando di strappare la leadership al Pisa in un gustosissimo big match tra prima e seconda al quale mancheranno ingredienti importanti. L’attacco del Brescia è falcidiato e non si può ovviamente non menzionare l’assenza di Cistana.

Le ipotesi

A rischio anche Ante Juric, mattatore col Frosinone - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
A rischio anche Ante Juric, mattatore col Frosinone - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it

E allora che si fa? Bella domanda. Intanto verrà effettuato un nuovo punto medico e solo di conseguenza Rolando Maran farà le scelte che può compatibilmente col quadro. Di sicuro Moncini, che ha rotto il ghiaccio sul campo e con gol giusto in tempo contro il Frosinone, dovrà essere pronto a caricarsi il peso dell’attacco sulle proprie spalle come ha già dimostrato di poter fare.

E altrettanto di sicuro, è comunque vietato piangere lacrime preventive in una vigilia che ci restituirà un Brescia a sorpresa in cui tutto può essere tra un assetto a due punte se qualcuno in extremis verrà considerato utilizzabile dal 1’ o con una punta unica e un centrocampista in più oppure con ritorno a una idea di passaggio a tre dietro, che prima delle cattive notizie dell’ultima ora era stata appena accarezzata, ma mai presa davvero in considerazione da Maran.

Niente drammi

Scoccia moltissimo arrivare a una partitona dovendosi fare largo tra le incertezze, ma c’è di bello che nessuno drammatizza perché di questo Brescia, che ha sbandato come non era mai accaduto solo a Reggio Emilia, tutti hanno imparato a fidarsi a prescindere dagli interpreti.

Chiaro che la conta odierna su chi ci sarà o chi no potrà fare comunque una bella differenza e che le risorse a disposizione dalla panchina saranno a questo punto una chiave difensiva. In una sfida che è tra il miglior attacco, quello del Pisa che cavalca Bonfanti con i suoi 4 gol in 5 partite, e la seconda miglior difesa, quella del Brescia. E che è anche una sfida nella sfida tra due allenatori con motivazioni personali molto forti. Da una parte c’è Pippo Inzaghi che ha ancora il dente avvelenato non con il Brescia, ma con Cellino e dall’altra c’è un Rolando Maran che a una piazza, quella toscana che lo ha rigettato subito senza nemmeno averlo mai accolto, intende dimostrare ulteriormente che non era l’inadeguato di turno.

I confronti

L'ex: Filippo Inzaghi ha guidato il Brescia dal giugno del 2021 al marzo del 2022 - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
L'ex: Filippo Inzaghi ha guidato il Brescia dal giugno del 2021 al marzo del 2022 - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it

Ma l’acqua passata, al di là di tutto, non macina più e dunque, soprattutto a confronto ci sono due allenatori che si somigliano davvero solo in un aspetto: nella capacità che hanno di impattare sui gruppi che allenano, di far breccia da un punto di vista emotivo e di guadagnare quella credibilità istantanea che poi consente loro di seminare le rispettive idee.

Oggi Inzaghi, re del calcio delle ripartenze micidiali, guida una squadra che pur avendo perso Esteves e Leris (a proposito, Inzaghi ha ricreato un «piccolo Brescia» visto che oltre a Mehdi si ritrova ad allenare ancora Moreo e Tramoni che con lui sanno dare il meglio) resta uno squadrone che non può che puntare alla serie A mentre Maran guida un gruppo che per puntare alla serie A punta su armi diverse da quelle degli investimenti ingenti sul mercato. Sarà anche una partita a dama, di mosse e contromosse, di testa e sangue freddo.

Date le premesse del Brescia, firmeremmo per il pari? Comunque no (e chissà se è vero - probabilmente no - che Cellino quella firma la metterebbe...) perché questo Brescia è ormai sempre bello viverlo. In un big match davanti a oltre 8.000 persone (circa 500 i bresciani al seguito), con una Torre da scalare forse in ciabatte, persino di più.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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