Brescia e il «fattore 2B»: Bjarnason e Bisoli per ripartire

La missione, ora, è scacciare l’umore cupo provocato dalla partitaccia con il Cosenza. Il Brescia prova a sbloccarla con l’autenticazione a due fattori: B&B, Bisoli e Bjarnason. Il capitano manca da più di un mese: il trauma distrattivo alla coscia rimediato a Mantova l’ha costretto a saltare cinque partite, nelle quali i compagni hanno raccolto appena quattro punti. Ora morde il freno e punta al rientro. La sosta è l’alleato ideale per provare a presentarsi all’appuntamento con la Juve Stabia nelle migliori condizioni possibili.
I dati
Senza di lui la media punti si è dimezzata: 1,6 prima dello stop al Martelli, 0,8 dal Sassuolo in poi. Un tracollo certificato dai numeri. Il Brescia ha perso in un colpo solo il suo miglior uomo assist (2) insieme a Galazzi e Dickmann, il centrocampista col valore medio di pericoli attesi più alto nei cross (0,74), quello che ha vinto in assoluto più contrasti (25). Un contributo enorme alle due fasi che, nel momento in cui è venuto meno, ha mostrato a tutti il proprio impatto dirompente.
Anima e dinamismo

E poi Bisoli è l’anima del Brescia. Lo sottolineano e ripetono tutti, come una litania. E a ragion veduta. Nello spogliatoio i leader scarseggiano, non è un mistero. Proprio per questo Dimitri è un riferimento imprescindibile. Per l’energia che infonde a tutti in partita, per la sua capacità di guidare moralmente, o all’occorrenza fare da scudo, a un gruppo per nulla immune alle fragilità.
A livello tattico sposta moltissimo: il suo dinamismo è mancato, forse più di quanto fosse preventivabile. Il Brescia non ha mezzali in grado di sopperire a questo tesoretto di caratteristiche. La gara col Cosenza ha messo a nudo anche questa voragine spalancata nel cuore della mediana. Ritrovarlo è un sollievo.
Il vichingo

Bjarnason, il secondo fattore, è una piccola anomalia in un sistema penalizzato dal divario tra titolari e riserve. Dalla panchina quest’anno sono arrivati tre gol, tutti firmati dall’islandese. Con quel bottino il vichingo è diventato capocannoniere in solitaria della squadra. Si è tolto pure la soddisfazione di servire l’assist a Bianchi.
La rete di Genova pareva aver spalancato le porte alla sua titolarità con il Cosenza, e invece Maran ha scelto ancora di utilizzarlo come grimaldello da sfoderare a partita in corso. Lui ha risposto alla grande, di nuovo. E forse ora meriterebbe una chance dall’inizio, anche con il rientro di Galazzi: può esserci spazio per entrambi, magari a supporto di Borrelli. In questa sosta Maran sta lavorando anche per mettere ordine a tutti questi pensieri. Birkir sta bene, ha voglia di spaccare il mondo. A Genova aveva detto di aver provato rabbia per il poco spazio concessogli, e Rolando ne aveva lodato l’atteggiamento. Sarebbe un peccato non sfruttarlo, per rivedere al più presto la luce.
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