Calcio

Brescia, Cellino fa rotta sul ritorno di Castagnini

Nel ruolo di ds si punta sull’uomo forte anche nello scouting. Suggestione Silvio Baldini per la panchina
Cellino e Castagnini nel 2017 - © www.giornaledibrescia.it
Cellino e Castagnini nel 2017 - © www.giornaledibrescia.it
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Lo scenario che ora dopo ora da giovedì in poi era parso il più probabile è in effetti quello che si sta delineando: Massimo Cellino resterà alla guida del Brescia, ma lo dirigerà da lontano. Lasciando sul posto dei «pretori». Riferimenti che possano farne le veci. E dunque, come avvenne nell’anno della promozione con Francesco Marroccu, dotati di certi poteri. Cellino ha vagliato più profili e ieri ne abbiamo accennato facendo riferimento, tra gli altri, a Renzo Castagnini. Che è prima scelta. Per più ragioni.

L’esperto dirigente di Reggello sa essere una presenza di impatto nello spogliatoio e allo stesso tempo ha eccezionali doti di scouting. Conosce benissimo la serie C - lo scorso anno con una squadra low cost ha vinto il campionato con il Palermo trascinato dai gol di Brunori e Soleri, sue intuizioni, mentre l’anno prima aveva fatto realizzare al club una plusvalenza di 3 milioni su Lucca - da dove peraltro nel 2016 pescò Dimitri Bisoli (ma «suoi» sono stati anche i Somma e gli Ndoj oltre a Cistana per il quale bloccò il trasferimento al Monza).

E anche il fatto che Castagnini conosce già molto bene la piazza viene considerato un fattore aggiunto: non avrà bisogno di ambientamento. Inoltre è un profilo che ben si sposerebbe anche in serie B in caso di ripescaggio. Seppur brevemente, Castagnini ha anche già lavorato con Cellino nell’anno dell’insediamento a Brescia dell’imprenditore sardo. Durò poco, ma i due hanno comunque sempre intrattenuto rapporti.

Ieri Castagnini ha risolto il contratto che ancora lo legava al Perugia col quale è pure lui sceso in serie C: va detto che in Umbria era arrivato a stagione in corso e già disperata. I segni «più» di Castagnini pesano dunque molto più della scaramanzia per Cellino. Castagnini, che il suo legame col Brescia l’ha sempre mantenuto saldo, tornerebbe molto volentieri. Ma solo ora che è effettivamente libero da ogni legame, potrà effettivamente entrare nel vivo dei discorsi con Cellino per capire se le idee possono trovare un punto d’incontro. E il primo nodo da sciogliere in quello che sarà il colloquio definitivo - già forse in queste ore - sarà quello della panchina.

I piani

Come abbiamo già riportato, Cellino non disdegnerebbe infatti di ripartire da Daniele Gastaldello che tra l’altro ha un altro anno di contratto con il Brescia. Dietro le quinte infatti il patròn del Brescia ha sempre confidato il proprio rammarico per non aver effettuato prima la promozione del tecnico veneto. Che tuttavia sarebbe oggettivamente impresentabile come chi è intorno a Cellino sta cercando di fargli comprendere. Andrà sentito sul tema anche Castagnini che tuttavia è improbabile che non intenda, se accetterà la missione ripartenza del Brescia, dare un taglio netto col passato.

Più probabile, dato che il lavoro da fare è tanto e c’è bisogno di trovare sintonie e sinergie immediate, che Castagnini porti avanti il nome di Silvio Baldini col quale proprio a Palermo, chiamandolo in corsa, vinse il campionato di cui sopra. I due sono legatissimi, tanto che Baldini non esitò a dimettersi all’inizio di questa stagione una volta saputo che Castagnini non sarebbe stato riconfermato in rosanero. E sempre in tema dimissioni, Baldini le ha date anche in stagione dopo tre giornate a Perugia (ma prima che arrivasse Castagnini).

In realtà tra Baldini e Cellino - che per la verità sono amici e spesso si sentono per parlare di calcio e vita - non sono ancora intercorsi colloqui a tema Brescia, ma al tecnico di Carrara sono stati fatti arrivare messaggi per vie traverse: ma per riflessioni compiute, gli occorreranno elementi che solo Castagnini potrà eventualmente dargli.

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