Brescia, C siamo: ma i presupposti della ripartenza sono un’incognita

La buona notizia è che, toccato il fondo - e scavato anche un po’ più in basso - si può solo risalire. Solo che, prima, bisogna ripartire. E ancora prima, occorre sapere come farlo. Ed è qui che l’asino casca immediatamente.
Perché dopo una stagione di patimenti estremi, condita da eventi gestionali che mal si sposano con dinamiche da calcio professionistico e conclusasi come un film sia dell’orrore che del terrore, c’è anche la pena accessoria: quella di non sapere cosa ci sia nel prossimo futuro del Brescia. E questa mancanza di conoscenza della prospettiva, non aiuta il processo di metabolizzazione della serie C guadagnata sul fianco. Sono tante le incognite. La madre di tutte quante, ovviamente, è figlia delle intenzioni, ancora celate, di Massimo Cellino. O meglio, l’intenzione - come continuano a sostenere le pochissime persone che fanno parte del suo entourage - andrebbe verso l’idea di cedere il passo. Ma lo stato dell’arte quale è? Il tema è proprio questo.
In caso di permanenza in serie B, ha rivelato pochi giorni fa a un suo confidente, sarebbe stata pronta la cessione a un fondo straniero. Abbiamo poi svelato del concreto interesse (anche per un Brescia in C) di un grande imprenditore locale che a Cellino ha messo in mano una proposta: una trattativa, seppur non semplice e attraverso una mediazione, era iniziata. Ma l’interessato ha fatto marcia indietro dopo gli accadimenti di giovedì notte.
Lo stato dell’arte
In questo quadro molto nebuloso, pieno di se e di ma, con nessuno uscito allo scoperto, si inserisce anche e forse soprattutto il caso Reggina: l’iscrizione della società di Saladini al prossimo campionato è ancora tutto fuorché certa e il Brescia spera. Un ripescaggio potrebbe cambiare totalmente le carte in tavola e rovesciare il piano con due scenari: o quello che aumentino le chances di una cessione, o quello di un rilancio interno nonostante il dissenso totale della piazza.
Intorno alla metà del mese (i termini per l’iscrizione al campionato scadono il 20 giugno) dovrebbe essere tutto un po’ più chiaro. Ma a prescindere, il punto di partenza è che sarà Cellino a iscrivere il Brescia alla prossima stagione che sia di C, e attualmente quello è, o di B ripresa a tavolino. E sarà dunque lui a dover dare un’impostazione di massima o a prendere le prime decisioni. E quella che attende lui, o eventualmente chicchessia, è una ricostruzione dal basso dopo la distruzione arrivata dall’alto. Il Brescia va rivoltato come un calzino. E va marcata una distanza dal disastro dell’ultima annata che è stata il punto di caduta dopo almeno due precedenti stagioni già piene di scricchiolii.Dal raduno alla rosa
Banalmente: c’è da individuare la data di un raduno, il periodo di un ritiro con relativa sede (detto che anche Torbole Casaglia potrebbe essere adeguato). Poi, c’è da rifare il comparto sportivo a partire da una nuova figura di riferimento in ambito dirigenziale. La ricerca, come avevamo avuto modo di segnalare nei giorni in cui si dava conto dell’addio di Giorgio Perinetti, è già in corso da alcune settimane. Ci sono tanti sondaggi in corso. Ma anche lì: si cerca un diesse pro tempore per sbrigare gli affari urgenti? Si cerca un uomo di campo/scouting? O si cerca un uomo davvero forte che in caso di permanenza dell’imprenditore sardo potrebbe farne le veci occupandosi di fatto della gestione della quotidianità? Anche questo è un tema.
Poi, ci si occuperà di reperire un allenatore: è esclusa una permanenza di Daniele Gastaldello sempre per il discorso di cui sopra. Dal passato occorre smarcarsi completamente. Nella stagione appena conclusa inoltre, moltissimi attriti e problemi di incompatibilità assortiti si sono registrati nell’area medica: occorreranno valutazioni approfondite anche in questo settore. Poi la rosa. Che già di default è destinata a uno smantellamento.
Tra prestiti e scadenze, ci sono 9 giocatori che hanno già salutato (molto difficile pensare che si possa prendere in considerazione di esercitare le opzioni di rinnovo per Adryan e Karacic con quest’ultimo che oltretutto avrebbe voluto già fare i bagagli a gennaio). E altri 14, tra i quali praticamente l’intera vecchia guardia, entrerà nell’anno della scadenza. Si tratta di un maxi pacchetto di giocatori sui quali Cellino, se restasse, potrebbe fare il pugno duro pretendendo «buone uscite» per lasciarli liberi. Ma anche i margini per fare braccio di ferro sarebbero ridotti con quei giocatori i cui stipendi rimarrebbero invariati anche in serie C risultando dunque economicamente insostenibili. C’è poi la grana Viviani col contratto, a cifre alte, a scadenza 2025 che però dopo gennaio è stato messo fuori lista. Un caos per niente calmo.
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
