Brescia Calcio, l'ultimo bilancio chiude in perdita per 5,9 milioni
Il palcoscenico della Serie A manca sempre di più ai tifosi del Brescia Calcio e ora la sua «lontananza» si fa sentire anche sui conti della società di via Solferino.
Il bilancio 2021/22, chiuso al 30 giugno dello scorso anno, è in perdita per 5,99 milioni di euro. Dal punto di vista economico è il peggior risultato subito da Massimo Cellino da quando è alla guida delle rondinelle (correva la stagione 2017/18).
«Nonostante il difficile contesto finanziario generale, strettamente connesso alla crisi sanitaria da Covid-19 - commenta l’imprenditore sardo nella Relazione sulla gestione approvata il 16 gennaio dall’assemblea dei soci, quando sulle rondinelle pendeva ancora il "commissariamento" da parte del tribunale - gli amministratori hanno valutato che non sussistono significative incertezze con riferimento all’utilizzo del presupposto della continuità aziendale». Il presidente Cellino, insomma, riconosce le complicazioni di natura finanziaria (meno contributi dalla Lega e quindi meno ricavi) ascrivibili al campionato cadetto e assicura che il Brescia Calcio, seppur il bilancio della scorsa stagione abbia chiuso in rosso, sarà «in grado di far fronte ai propri impegni, sia mediante i mezzi finanziari disponibili, sia dal possibile ricorso a operazioni di cessione di diritti alle prestazioni sportive di calciatori (vedi il passaggio di Stefano Moreo al Pisa, avvenuto a gennaio, per un controvalore tra i 2/2,5 milioni di euro, ndr), senza pregiudizio per la prosecuzione dell’attività».
L’analisi
Un paio di anni fa, ospite negli studi di Teletutto, analizzando i conti «risanati» del Brescia (a cui gli va dato il merito), Massimo Cellino commentò, con un pizzico di sarcasmo, che tutto sommato tenere in ordine il bilancio di una squadra di calcio è più facile che per qualsiasi altra società «perché - disse - a inizio anno sai già quanto incassi da sponsor e Lega e contestualmente sai in anticipo quanto ti costano i giocatori». In realtà, quel «meccanismo contabile» non è così semplice da gestire. E il presidente del Brescia lo può confermare rileggendo l’ultimo Conto economico.
Se da un lato ricompaiono in bilancio i ricavi legati alla vendita dei biglietti e degli abbonamenti (rispettivamente per 1,19 milioni e 742mila euro), dall’altro lato la società biancoblù ha subito un taglio dei contributi elargiti dalla Lega, passati da 14,6 a 4,56 milioni essendo venuto meno il «paracadute» previsto per chi retrocede dalla serie A. Il Brescia, inoltre, anche se è stato capace di migliorare gli incassi per sponsorizzazioni (da 2,4 a 3,37 milioni) e diritti televisivi (da 1,9 a 3,36 milioni), senza la maxi plusvalenza legata alla cessione di Sandro Tonali al Milan - pari a 12 milioni - avrebbe riportato una perdita ancora più grave.
Basti pensare che nel complesso i ricavi sono diminuiti da 35,15 a 29,7 milioni, mentre i costi legati alla gestione ordinaria delle rondinelle (servizi, personale, ammortamenti e altri oneri) sono cresciuti da 29,38 a 35,4 milioni. Inevitabilmente la differenza tra entrate e uscite risulta già negativa per 5,69 milioni. Se a questo risultato si sommano altri oneri finanziari si giunge alla fatidica perdita di 5,99 milioni.
Il patrimonio
A metà gennaio, l’assemblea dei soci del Brescia Calcio ha deliberato di «portare a nuovo» la perdita. In parole più semplici, Cellino ha deciso che rinvierà al futuro la copertura di questo «disavanzo». Tuttavia questa scelta comporta una riduzione del patrimonio netto, che scende da 10,12 a 4,12 milioni.
Un valore che resta ampiamente superiore al capitale sociale (pari a 1 milione) e che quindi non obbliga Cellino a una ricapitalizzazione. Ora, però, i biancoblù risultano molto meno solidi rispetto al passato: non bisogna trascurare il fatto che i debiti della società sono aumentati - da 15,38 a 26,62 milioni (ha pesato l’apertura di un finanziamento da 5 milioni con Banca Sistema) - e che i crediti sono diminuiti da 9,97 a 6,45 milioni.
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