Perché i guai e la crisi della Reggina parlano bresciano

Il calcio italiano ci ha ormai abituati alle partite che non si esauriscono sul campo. Ma che continuano lontano dagli stadi, in un intreccio tra giustizia ordinaria e giustizia sportiva. L’ultimo caso è quello che riguarda la Reggina, che a colpi di penalizzazioni - dopo i deferimenti per mancato pagamento di tesserati e per il mancato versamento dell’Irpef - rischia di passare dai sogni play off all’incubo play out. Con un enorme punto interrogativo sul futuro. E a Brescia c’è una parte - quella dei tifosi delle rondinelle - interessata per via della corsa salvezza e un’altra addirittura direttamente coinvolta. Il 90% del club calabrese è infatti controllato da una società che ha sede legale in città e che ha come amministratore unico un bresciano. Si tratta della Enjoy srl, operativa in uno dei palazzi di Bresciadue, che si occupa di «noleggio senza equipaggio di imbarcazioni da diporto, inclusi i pedalò».
Le relazioni parlano di un patrimonio netto negativo, stando all’ultimo bilancio disponibile, di 231mila euro. Nel 2021 i ricavi erano stati di 201mila rispetto ai 616mila del 2020, ma sempre nel 2021 Enjoy srl ha fatto registrare perdite per 266mila euro. La srl bresciana è a sua volta controllata al 100% dalla FS84 srl, attiva dal 6 febbraio 2023, che si occupa di «holding impegnate nelle attività gestionali» e con sede in via Monte Napoleone a Milano. Entrambe, presenti nello schema societario della Reggina, sono riconducibili, la prima totalmente e la seconda al 95%, a Felice Igninio Marcello Saladini, vale a dire il proprietario della squadra calabrese dal 17 giugno 2022, in virtù di un atto di acquisizione delle quote firmato da un notaio dell’Ovest bresciano. Enjoy e FS84 srl hanno anche lo stesso amministratore unico: si tratta del bresciano Andrea Pea, 53 anni da compiere in estate, partecipazioni in un’azienda che commercia macchine utensili nella Bergamasca e in una società di consulenza sempre nello stesso immobile a Bresciadue in città, dove ha anche domicilio fiscale: ovvero nella sede della Enjoy in via Aldo Moro.
Debiti e penalizzazioni

Stando al bilancio datato 30 giugno 2022 la Reggina aveva debiti per oltre 16 milioni di euro di cui poco meno di 9,5 di natura tributaria e due milioni e 420mila euro verso istituti di previdenza. Per sanare la situazione, nei giorni scorsi il club ha annunciato di aver depositato la domanda di omologa della ristrutturazione del debito, con le relative documentazioni richieste dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Qualora il piano venisse accettato e omologato, la Reggina per due anni - come da nuova normativa federale - non potrebbe fare mercato, se non in uscita, per due anni. Inoltra resta da capire quanto di quel debito pregresso verrà garantito. Non è un dettaglio perché il tutto potrebbe pesare in sede di iscrizione al prossimo campionato.
Ma se qui siamo nell’ambito dei punti di domanda, la certezza - per cominciare - è che domani al Tfn è in programma l’udienza di primo grado relativa al secondo deferimento in cui la Reggina - che fa già i conti con un -3 (l’appello è in programma l’11 maggio) - rischia di rimediare una penalizzazione molto più corposa della prima. Si ipotizza anche un -7 (in linea teorica almeno ci sarebbe anche il rischio di una esclusione del campionato, ma l’ipotesi è realmente remota): tuttavia effettuare previsioni risulta molto difficile perché è necessario anche entrare nelle pieghe interpretative delle norme vigenti. Nel frattempo il direttivo della lega B ha già deciso che le date dei play off e dei play out non subiranno modifiche e che verrà cristallizzata la classifica al termine della regular season, a prescindere da ricorsi e udienze d’appello pendenti. Tra doppia penalizzazione e rendimento sul campo della squadra di Inzaghi in caduta libera, potrebbe dunque esserci, come prima cosa, una nuova concorrente nella lotta salvezza.
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