Calcio

B&B, Bisoli-Bianchi: due facce dello stesso Brescia da romanzo

L’epica gara col Perugia ha alzato il velo su valori decisivi in un post season: appartenenza e freschezza
A fine partita squadra in cerchio a festeggiare - © www.giornaledibrescia.it
A fine partita squadra in cerchio a festeggiare - © www.giornaledibrescia.it
AA

Come un romanzo, ma più di un romanzo: dentro quei 120’ indiavolati contro il Perugia, è come se si fosse scritta, travestita da partita, un’intera saga. Rivisto il tutto, non si trova una logica, una spiegazione razionale a quanto avvenuto nello spareggio di sabato: è stata un’avventura nella quale il Brescia ha attraversato ogni stato d’animo possibile ritrovandosi di fronte, per sconfiggerli uno ad uno, tutti i propri fantasmi.

Ritrovando anche quell’amica fortuna che a un certo punto era scomparsa dalla scena. E così la squadra di Corini, finalmente accompagnata da calore e partecipazione (al netto di qualche coro spazientito prima del tempo) ne è uscita rafforzata in tutto per tutto: nell’autostima e nella fiducia prima di tutto. E adesso, alla semifinale contro il Monza non si pensa come a un qualcosa di fuori dalla propria portata, ma come a una contesa da poter affrontare alla stessa altezza sapendo di poterci stare dentro: col Perugia è stato più fare i conti con le proprie risorse emotive che non quelle tecnico tattiche. Misurate le prime, sapendo di poterci contare, anche il secondo aspetto adesso dovrà tornare su un certo livello. Tutto chiaro per tutti.

Come è chiaro il fatto che c’è ancora tempo e spazio per trovare nuovi protagonisti e che vale sempre tenersi stretti i vecchi. Tra certezze e jolly, tra appartenenza e freschezza, tra sostanza e qualità. Elementi che, in combinata, sono stati le chiavi per reagire alle avversità in un modo che non si era mai visto prima. Appartenza, fa rima (ad esempio, ma non solo perché in questa categoria, alla pari, va inserito in pole position anche il vice capitano Cistana) con Dimitri Bisoli, l’uomo per tutte le esigenze, comprese quelle di play anche se si tratta di perdere il clou della sua essenza: ha i gradi del generale, ha l’indole del soldato.

Che però appunto i gradi non li dimentica e che col Perugia li ha fatti valere come non mai: la faccia cattiva, un linguaggio del corpo inequivocabile. Era partito male per Dimitri il pomeriggio, con Kouan perso per strada. Ma non si è perso d’animo e ha contribuito a dettare il ritmo dei battiti del cuore della rimonta. E alla fine del libro, ha radunato i suoi compagni in un cerchio in mezzo al campo e dal mezzo li ha arringati.

Ma il suo compito non s’è esaurito lì e ancora sotto adrenalina, al momento di uscire dal campo ha affiancato l’eroe di serata Flavio Bianchi, mister freschezza, al quale non ha fatto sconti: nel clima di festa le telecamere hanno immortalato Dimitri «sgridare» a muso duro l’attaccante verso il quale, sotto lo sguardo quasi divertito di Huard, ha fatto partire la classica «papina»: una bella sberla. Cose da capitano che probabilmente (ma non c’è una versione ufficiale) ha ripreso il giovane compagno che aveva accennato un’esultanza dalle parti dei tifosi del Perugia.

Il siparietto involontario è risultato simpatico, ma conta la sostanza: la tensione emotiva, l’attenzione ai particolari è al posto giusto. I vecchi fanno i vecchi, i giovani fanno i giovani e ognuno può e deve portare il mattoncino giusto. Davvero emblematico il «caso Bianchi»: con un minutaggio totale inferiore a due partite è risultato decisivo due volte in stagione col Perugia e ai fini di prolungare il sogno serie A.

Icona Newsletter

@Sport

Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato