Il Breno anche con una sconfitta saluta Tacchinardi con il sorriso

Nonostante la sconfitta col VillaValle migliorate posizione e media punti rispetto a un anno fa
Il colorato saluto del Tassara al Breno arrivato settimo - © www.giornaledibrescia.it
Il colorato saluto del Tassara al Breno arrivato settimo - © www.giornaledibrescia.it
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Una partita che ha offerto al Villa Valle un primo approdo (sicuro) verso l’atollo (incerto) dei play out; e che invece metteva a disposizione del Breno «solo» il saluto al comandante degli ultimi quattro anni, di cui tre in D, Mario Tacchinardi, che ha ufficializzato il suo saluto a fine gara.

Chiunque raccolga la sua eredità - e le voci portano a Ivan Del Prato, ora alla Virtus Ciserano Bergamo, ma che già in Val Camonica fece grande il Darfo e che conosce bene Francesco Zanardini, dirigente granata sul mercato - sa di poter lavorare in un ambiente sano e per un club che ha imparato a farsi strada (e farsi un nome) anche nella vecchia Interregionale.

Venendo alla gara in sé, motivazioni troppo distanti tra ragione (e stagione, che il Villa Valle s’è giocato in 90 minuti) e cuore hanno creato il solco su un’ultima partita giocata a ritmo camomilla, con le sveglie piazzate dal Villa Valle proprio al momento giusto.

Due gol non casuali ma nemmeno frutto di un dominio tambureggiante e poi tutti ad aspettare il fischio finale. Che, a furia di spulciare le statistiche, offre la migliore notizia per il Breno, certificando l’asticella più alta rispetto al piazzamento 2020/2021 con record di punti annesso. Ma se il primo (settima piazza contro l’ottava di dodici mesi fa) non era ancora certo, il secondo (1,52 punti di media a partita contro l’1,44 scorso) era già stato messo in conto, anche con l’eventuale (e poi effettiva) sconfitta. Al 4’ in realtà il primo a bussare è Goglino, che affonda a destra e vede Melchiori, il quale di testa scheggia la traversa.

Il Villa Valle sa che vincendo manterrebbe il piazzamento in classifica e dunque arriverebbe ai play out col doppio pari a favore. Così inizia a giocare: senza sprint, ma mettendo le tende nella metà campo granata. Al 14’ Zambelli di testa spinge fuori la punizione di Martini; al 16’ Radaelli usa le maniere forti su Goglino, che stava andando via a sinistra, ma l’arbitro lascia correre. Al 27’ il lampo che illumina la gara e, insieme, la spegne anche: Pelamatti sporca una palla di Zambelli e serve senza volerlo Sanseverino, che gira sul piede perno e pesca l’angolo lontano per lo 0-1.

Il Breno si rialza con la girata di Triglia, servito da Pelamatti dopo recupero alto, ma è troppo poco. Anche perché la ripresa viaggia sullo stesso ritmo (bassissimo). Goglino con uno spunto rapido salta Radaelli, ma subito dopo trova un muro. Di contro quando Seck accelera, salta Pelamatti e trova la zuccata di Martini: 0-2 a difesa inchiodata.

Adesso sì, quel che segue è solo corollario: dalla punizione alta di Melchiori; al gol sfiorato da Maritato (ma era fuorigioco); al triplo tentativo in mischia di Pelamatti, Boldini e Goglino dopo discesa di Nolaschi; alla parata di Serio su Castelli; infine al tentativo di Pelamatti contrato in area piccola dopo sfondamento di Cicciù. Poca roba, insomma, tanto che l’ultima vera emozione è la banda del paese che a fine gara, chiamata dalla società, saluta il terzo campionato di fila dei camuni in D.

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