Brescia, momento cruciale: Cellino pensa di dimettersi da presidente
Allacciate le cinture: la destinazione è ignota e la sola cosa ben chiara è che, nel dubbio, occorre tenersi molto forte. Perché questi possono essere - sono già anzi - giorni cruciali per la storia celliniana del Brescia. Quello che stiamo vivendo è il momento più basso dell’attuale gestione con Massimo Cellino, molto provato anche da un punto di vista fisico, stretto nella morsa dell’inchiesta giudiziaria che lo riguarda da un punto di vista personale, di quella relativa alla compravendita del terreno di Torbole e della contestazione popolare. Siamo vicini a un’implosione? Interrogarsi è più di un dovere mettendo insieme alcuni segnali che possono portare a sviluppi clamorosi già nelle prossime ore.
La ricostruzione
In base a quanto siamo riusciti a ricostruire, Cellino sta pensando molto concretamente di rassegnare le proprie dimissioni da presidente del Brescia. A che cosa poi potrebbe portare una mossa del genere e con che ratio eventualmente sarebbe fatta è ancora tutto quanto da capire, ma di certo l’impatto sull’esterno sarebbe - per cominciare - molto forte.
Avevamo già avuto modo di segnalare su queste colonne l’inquietudine del patròn che aveva non a caso convocato due consigli d’amministrazione. Nel primo dei quali, il 24 ottobre - quello che era un semplice rumor ha trovato conferma - Cellino aveva già rimesso il proprio mandato: i consiglieri lo avevano poi convinto a tornare sui propri passi. Incassata la fiducia da parte delle persone a lui più vicine, l’imprenditore sardo aveva poi convocato un secondo Cda nel quale, si è appreso ora, aveva rassegnato le proprie dimissioni il consigliere Daniel Arty. Una mossa preparatoria all’ingresso di Stefano Midolo, il professionista attualmente amministratore unico della Eleonora Immobiliare, controllante della Brescia Holding che a sua volta controlla il Brescia Calcio.
Al club nel frattempo era stato richiesto il rientro dal finanziamento di 16,8 milioni di euro effettuato dalla Brescia Holding sia per acquistare il Brescia che poi per portarne avanti l’attività. Era stata quindi questa richiesta (impossibile da soddisfare se non con la vendita della società) a destabilizzare e improvvisamente inquietare Cellino e a portarlo alle dimissioni poi rientrate di cui sopra.
Il Cda aveva richiesto spiegazioni agli amministratori nominati da procura e tribunale ritenendo non pertinente la richiesta in relazione a quello che è un prestito non tra soci. Le risposte ricevute sarebbero state rassicuranti e il prossimo ingresso di Stefano Midolo nel Cda andrebbe in effetti nella direzione di questo epilogo. Ma il quadro resta comunque fragile e dietro a quanto sta meditando Cellino (consigliato anche da alcuni professionisti che lo seguono nelle sue vicende), ovvero il passo indietro, ci sarebbe una questione di opportunità oltre che di presa d’atto di ritrovarsi in una situazione in cui seguire l’impegnativo e fiaccante percorso giudiziario (l’udienza in Cassazione per il ricorso contro il maxi sequestro è stata fissata per il 29 gennaio) e dedicarsi allo stesso tempo al campo si sta rivelando difficile, con la mancanza di serenità e lucidità che si riverberano in maniera negativa sulla squadra.
Scenari
Ma non è così semplice perché le eventuali dimissioni di Cellino aprirebbero la porta all’ignoto. Intanto, per la forma del club, andrebbe indicato un altro presidente (già a Cagliari peraltro accadde che, per un periodo, numero uno divenne l’avvocato bresciano Bruno Ghirardi). Le dimissioni dovrebbero poi passare per la ratifica dal Cda (attualmente composto da Giampiero Rampinelli Rota, Aldo Ghirardi e Luigi Micheli) nel quale altri potrebbero anche decidere a loro volta di compiere un passo indietro facendo così decadere l’intero consiglio. E a quel punto? Sarebbe caos totale.
In tutto questo, mentre Cellino riflette - alcuni «pompieri» sono in azione per cercare di farlo desistere dall’intenzione - e si confronta sul tema anche con addetti ai lavori che operano fuori Brescia, l’altro elemento nuovo è che per la prima volta l’imprenditore sardo sta prendendo in considerazione l’idea di una cessione del club a fronte di una congrua offerta. A tal proposito, ci sarebbero già state manifestazioni d’interesse e a questo punto anche la presenza in città nei giorni scorsi del consigliere d’amministrazione di stanza a Londra e che opera nel mondo dell’alta finanza Niccolò Barattieri (già a fianco di Cellino nell’operazione Leeds) può non essere stata casuale. La sensazione è che siamo vicini a una svolta: a cosa porterà e con quali conseguenze è tutto da capire.
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