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Brescia calcio: dietrofront dei giudici, il maxi sequestro da 59 milioni a Cellino è stato annullato

Clamoroso ribaltone della Cassazione. Il patròn del Brescia: «Giustizia è fatta, ma sono distrutto»
Incredulo e commosso, Massimo Cellino dopo la notizia dell'annullamento del maxi sequestro - Foto © www.giornaledibrescia.it
Incredulo e commosso, Massimo Cellino dopo la notizia dell'annullamento del maxi sequestro - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Chi gli ha parlato al telefono lo ha sentito piangere a dirotto. Lacrime di gioia quelle di Massimo Cellino. Che da Londra festeggia la sua rivincita personale.

Perché la Cassazione che a luglio scorso aveva di fatto fornito l’assist al Riesame per firmare il maxi sequestro da 59 milioni di euro nei confronti del patròn del Brescia, ieri ha annullato senza rinvio il blocco dei beni del presidente delle rondinelle. L’unico aspetto sul quale servirà un nuovo pronunciamento della giustizia bresciana è quello in merito ad un milione di euro riconducibile a Eleonora Ltd, la società inglese utilizzata già in passato per l’acquisto del Leeds. Briciole, rispetto alla ben più consistente torta.

Sul resto del capitolo sequestri la partita è definitivamente chiusa e a questo punto Cellino torna completamente padrone del club e della sua controllante. Quella Eleonora Immobiliare - che ha in pancia Brescia Holding e Brescia calcio - che era finita sotto amministrazione controllata nell’ambito dell’inchiesta del sostituto procuratore Erica Battaglia sui presunti reati fiscali contestati all’imprenditore sardo.

Annullamento

La sentenza è stata resa pubblica in serata dopo che nel pomeriggio era stato discusso il ricorso da parte del collegio difensivo di Cellino, composto dagli avvocati Giorgio Altieri, Fabio Cagnola, Ida Blasi, Luca Bonavitacola e dal professor Astolfo Di Amato. Era stato il procuratore generale a chiedere l’annullamento complessivo del maxi sequestro da 59 milioni invitando però i giudici ad un nuovo rinvio al Riesame di Brescia.

«E invece noi avevamo chiesto l’annullamento senza rinvio e a parte la questione Eleonora Ltd siamo stati ascoltati. È una grande soddisfazione» commenta l’avvocato Giorgio Altieri. Che si sfoga. «Cellino è stato trattato come un grande evasore per mesi. Il suo debito con l’Erario ricordiamo che era nettamente inferiore rispetto a quanto gli era stato sequestrato» aggiunge il legale. Il riferimento è ai 664.535,58 euro di cartella esattoriale che comunque Cellino ha nel frattempo saldato e che per i suoi legali - come aveva inizialmente stabilito anche il Riesame nel primissimo pronunciamento - è da sempre il massimo che poteva essere bloccato al patròn del Brescia.

La Cassazione invece aveva stabilito che: «Il profitto del reato deve essere individuato non già nell’importo delle imposte non pagate, bensì nel valore del bene o dei beni idonei a fungere da garanzia nei confronti dell’amministrazione finanziaria che agisca per il recupero delle somme evase ed oggetto delle condotte artificiose considerate dalla norma».

Ieri, sempre a Roma ma con un collegio giudicante differente, il clamoroso dietrofront. E il conseguente dissequestro praticamente totale dei 59 milioni di euro (59.118.807,60 per l’esattezza) transitati sul trust «The MC family trust number 1», fondo creato dal patron del club cittadino nelle isole Jersey nel Canale della Manica. Soldi che erano stati ritenuti fin qui fondi neri dalla giustizia italiana.

La reazione

«Era ora. Giustizia è fatta. Sono distrutto». Sono le 21.15 quando da Londra, Massimo Cellino risponde al telefono e commenta il successo sul fronte giudiziario. In attesa delle motivazioni, che saranno depositate nei prossimi giorni, il provvedimento è immediatamente esecutivo.

Come primo effetto, c’è l’uscita dal club delle figure imposte dal tribunale di Brescia, a partire da Pierangelo Seri, che era stato nominato amministratore delle quote di Eleonora Immobiliare srl. Il suo ruolo decade e Cellino, chiusa la convivenza forzata con il tribunale nella gestione del club, convocherà l’assemblea del Brescia calcio e della controllante per nominare un nuovo doppio Consiglio di amministrazione. Il patron delle rondinelle potrebbe tornare da Londra già in giornata. Anche perché se l’incubo maxi sequestro si è dissolto, il braccio di ferro con la Procura bresciana non è ancora finito.

Lunedì Cellino è infatti atteso in aula per l’udienza preliminare sulla vicenda relativa all’acquisto del centro sportivo di Torbole. Ma è tutta un’altra storia. E ci sono 59 milioni di pensieri in meno.

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