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Bellissimo e vincente: a Pisa il Brescia regala spettacolo e un poker in rimonta

Trascinata da Ndoj in forma stellare la squadra di Clotet strapazza i toscani: Spezia a ottobre ai sedicesimi
Bianchi ha realizzato il definitivo 4-1 nel recupero - Foto NewReporter/Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Bianchi ha realizzato il definitivo 4-1 nel recupero - Foto NewReporter/Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Delle volte le cose sono proprio ciò che sembrano. Dunque, il Brescia che in pre campionato ci era sembrato su una buona strada, ha dimostrato di essere esattamente lì, su quella strada lastricata di idee. E di gioco. E di singoli semplicemente in stato di grazia come Emanuele Ndoj. In una parola sola: dominante. Come è stato il Brescia che ha - si può dire? - passeggiato in casa del Pisa. Perché alla fine è, incredibilmente, andata proprio così anche se inizialmente si era messa piuttosto male con un gol subìto da rimessa laterale e dunque su dormita generale. E dunque, su un regalo. Senza il quale il Pisa (sfatato il tabù dei ko in Coppa) di ieri, contro il Brescia di ieri, forse mai avrebbe potuto fare male. E infatti, quello del 19’ nella inaudita fornace che l’«Arena Garibaldi» era all’ora dell’aperitivo, è stato solo un piccolo inconveniente risolto attraverso un’espressione di squadra - tra spirito e gioco - da restare quasi inebetiti dal piacere. Però lo ribadiamo: calma.

Perché è solo Coppa Italia (prossimo step il 19 ottobre alla Spezia). Calma: perché i valori, specie in serie B, vengono fuori ben più in là. Calma e resti spenta la grancassa: però se tanti indizi che avevamo raccolto hanno trovato conferma in una prima ufficiale, di certo non è un caso.

Ma c’è una mano - una manona - quella di Clotet, che è andata a posarsi su un gruppo «gasato» dall’input base di provare a giocare sempre e comunque il pallone. A ogni costo. Dalla metà campo in su, il primo Brescia (colpisce anche la scioltezza pur a fronte di un lavoro di preparazione che è stato di carichi pesantissimi, anche all’inizio della settimana pre Coppa) che si è consegnato alle statistiche, è stato davvero tantissima cosa. Il prezzo? Esporre la difesa - i centrali - a continui duelli singoli: occorrerà abituarsi. Ma niente è gratis e se il controvalore è gioia per gli occhi, allora ci sta tutto.

Di certo non sono stati un abbaglio - ma sono stati veri - quattro gol (più un palo e due traverse) segnati in rimonta e due di questi portano la firma di altrettanti attaccanti di un trio di punte «vere», vale a dire Ayé, Moreo e Bianchi. Ai quali oltre ai gol, per reggere un assetto così che oltretutto poggiava su un centrocampo senza Bisoli (gli è stato preferito il più qualitativo Bertagnoli) e quindi con meno filtro, è richiesto anche un certo tipo di lavoro in fase difensiva. Del quale si sono occupati tutti: soprattutto Moreo (riparte come lo avevamo lasciato: da imprescindibile) in chiave trequartista, ma dentro un quadro di attacco «mobile» che non ha pressoché dato punti di riferimento a un Pisa francamente ancora parecchio indietro.

Detto del gol del vantaggio di Masucci propiziato da una traversa di Mastinu, la riscossa dopo che Ayé (paratona di Nicolas, ma probabilmente a pallone già oltre la linea) e Bianchi si erano mangiati l’impossibile, la guida il monumentale Ndoj. Sequenza: Emanuele calcia una punizione che si stampa sulla traversa e rimbalza sulla schiena di Nicolas per l’1-1. Poi colpisce un palo, poi inventa non si sa come un’apertura per Moreo che fa da sponda per Ayé il quale da due passi si fa perdonare un altro precedente errore. Il «sequenziamento» dell’alieno Ndoj - che peraltro non perde un pallone o un duello con chicchessia - prosegue con un piatto (ci mette l’assist il neo entrato Niemeijer) per servire il personale 3-1 condito da una corsa sotto gli oltre 200 del settore ospiti. Che spettacolo. Partita in ghiaccio, ma con ulteriori «friccichi» dati da un siluro di Sibilli disinnescato da Andrenacci, da una traversa di Galazzi e, a chiudere, dal poker firmato Bianchi in combinata con Van de Looi.

Miraggi o già prime solide realtà? Domenica il Südtirol ce lo dirà...

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