Germani, Gara-2: rotazioni corte, prezzo salatissimo

Non è bastata una versione stoica della Germani, priva di Maurice Ndour, a violare il parquet della Segafredo Arena perché una finale non guarda in faccia nessuno. Brescia paga a carissimo prezzo la scelta di aver allestito una rotazione a 8/9 uomini nel momento meno opportuno dopo aver mascherato egregiamente la cosa per tutto l’anno, rendendola anche un punto di forza della stagione biancoblù.

Mobio, lanciato in quintetto come nelle precedenti gare dell’anno giocate senza Ndour, stavolta ha fatto fatica a riempire le scarpe del giocatore più condizionante dell’intera rosa bresciana, ma in generale tutta la truppa di Poeta ha faticato senza il suo punto di riferimento difensivo. Lo staff bresciano ha provato a proporre delle varianti tattiche su entrambi i lati del campo, che hanno anche funzionato a tratti, ma ha dovuto pagare dazio concedendo a Bologna tanti tiri piedi per terra con spazio e soprattutto tanti rimbalzi offensivi. Addirittura 17 quelli catturati dalla Virtus che sommati alle 12 palle perse biancoblù hanno reso il ritmo della gara impossibile da gestire per Brescia.

La partita è girata negli ultimi 3’ e mezzo del secondo quarto in cui le VuNere hanno piazzato un mortifero 10-0 trascinate ancora una volta da Shengelia. Burnell e compagni sono riusciti a costringere il georgiano a una serata da 6 su 18 al tiro, ma il numero 21 bianconero da vero fuoriclasse ha prodotto comunque 15 punti conditi da 8 rimbalzi e 7 assist. Alla Germani, invece, non è bastato il primo ventello nei playoff di Burnell e neppure un Della Valle in versione regista. Brescia perde così per la prima volta in stagione due gare consecutive in trasferta ed ora dovrà immaginare l’ennesima impresa per allungare una cavalcata andata già oltre ogni più rosea aspettativa.