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Sci, Franzoni terzo in SuperG: «È la luce dopo mesi difficili»

Sull’amico e collega Matteo Franzoso, morto durante un allenamento: «Sento che da lassù mi ha guardato. Da quando se ne è andato, so che farà tutte le gare insieme a me»
Giovanni Franzoni esulta sul podio - Foto Ansa/Luciano Solero © www.giornaledibrescia.it
Giovanni Franzoni esulta sul podio - Foto Ansa/Luciano Solero © www.giornaledibrescia.it
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«Aspettiamo e vediamo in gara perché in Val Gardena può succedere di tutto» dice da anni Dominik Paris alla vigilia delle gare sulla Saslong, perché sotto il Sassolungo le cose possono andare proprio così se fa freddo e il cielo è sereno. Col fondo pista bello duro, il sole alzandosi illumina e velocizza una parte più lunga della pista, favorendo gli atleti con i pettorali più alti ma coraggiosi e che sanno osare. Il record ci fu nel 1993, quando in tali condizioni trionfò lo sconosciuto Markus Foser del Liechtenstein, partito col pettorale 66, ma oggi non è andata male nemmeno al semisconosciuto ceco Jan Zabystran che con il pettorale 29 ha vinto il SuperG, soffiando il successo ad un campione come Marc Odermatt in un podio dove è salito anche Giovanni Franzoni.

Quel che più conta per l'Italia, alla vigilia delle Olimpiadi, è proprio lo splendido podio del 24enne bresciano, partito col pettorale 16. L'azzurro ha così ottenuto il miglior risultato della ancora sua breve carriera, interrotta da un brutto infortunio muscolare ma che in questo scorcio di stagione lo aveva già visto nelle gare americane ottenere piazzamenti sempre migliori tra i primi dieci.

L'azzurro ha dedicato il suo primo podio al grande amico e compagno di squadra Matteo Franzoso, tragicamente morto in settembre in Cile per una caduta in allenamento. «Mi sembra un sogno. Non so ancora se crederci... è la luce dopo mesi difficili. Oggi ho avuto una grande conferma: sto migliorando e la consapevolezza sta crescendo e sono più libero di testa» ha detto raggiante Franzoni, che poi con le dita alzate verso il cielo ha ricordato Matteo: «Sento che da lassù mi ha guardato. Questa dedica non può che essere per Matteo, abbiamo passato momenti tosti, ma il lavoro paga. Da quando se ne è andato, so che farà tutte le gare insieme a me e ci tenevo a dedicargli un podio, perché meritava solo qualcosa di davvero grande».

Giovanni Franzoni con Matteo Franzoso nello scatto pubblicato sui social
Giovanni Franzoni con Matteo Franzoso nello scatto pubblicato sui social

I complimenti anche da Tomba

Il grande beffato è stato Odermatt che dopo il successo nella discesa sprint di ieri stava già festeggiando ma si è ritrovato secondo. L'elvetico l'ha presa con filosofia, «si sa che in Gardena questo può capitare», ed ha anche avuto belle parole per l'azzurro: «Bravo Franzoni. Lo conosco e scia molto bene. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato sul podio. Era solo questione di tempo». Complimenti che si aggiungono a quelli non meno autorevoli di Alberto Tomba che proprio oggi compie 59 anni.

Ma per l'Italia c'è stato anche l'eccezionale sesto posto del veterano Christof Innerhofer, 41 anni appena compiuti, sceso col pettorale 30. Poi Mattia Casse, undicesimo dopo in successo dello scorso anno, e più Dominik Paris, che ha ammesso: «Bisognava osare di più». Non ha gareggiato Niccolò Molteni dopo la caduta in discesa che si rivelata seria, con una lesione ai legamenti di un ginocchio.

Il programma di domani

Domani la tappa di coppa del mondo di Val Gardena si chiude con la classica discesa sull'intero tracciato della Saslong. Dopo due podi in due gare, con la terza l'Italia si aspetta per domani il terzo e magari sul gradino più alto.

È del resto la stessa aspettativa che si ha per Sofia Goggia. Lei e le jet azzurre sono in Francia, in Val d'Isere e domani anche loro gareggeranno in discesa. Sofia ha ottenuto il miglior tempo in entrambe le prove cronometrate e questo dice tutto sulle condizioni e sugli obiettivi della bergamasca. «Due solide prove. Mi sento in crescita – ha spiegato Goggia – rispetto ad una settimana fa a St.Moritz. Ogni giorno di permette di accumulare sempre più confidenza e attitudine alla velocità che in Svizzera mi erano un po' mancate. E intanto lunedì scorso ho dato l'ultimo esame universitario alla Luiss: mi manca solo la tesi».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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