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I fratelli Lamberti alle Olimpiadi: «Papà ci ha detto di goderci tutto»

Mario Nicoliello
Parigi 2024 segnerà l'esordio nella massima competizione sportiva di Matteo e Michele: «Un sogno che si avvera, sarà una grande emozione»
I fratelli Lamberti si preparano all'esordio olimpico - © www.giornaledibrescia.it
I fratelli Lamberti si preparano all'esordio olimpico - © www.giornaledibrescia.it
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Due fratelli olimpici, uniti da un cognome storico e pronti a scrivere una nuova pagina del nuoto bresciano. Parigi 2024 segnerà l’esordio nella massima competizione sportiva di Matteo e Michele Lamberti, che dopo aver scalato gradino dopo gradino le gerarchie dell’Italnuoto saranno accomunati dalla prima esperienza a cinque cerchi sulle rive della Senna.

Sogno ed emozioni

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Matteo Lamberti: «Le Olimpiadi sono un sogno che si realizza»

«È un sogno che si avvera, cullato sin da quando a 14 anni ho lasciato il tennis per dedicarmi esclusivamente al nuoto», confida Matteo, mentre Michele aggiunge: «Disputare la prima edizione insieme a mio fratello è un’emozione impagabile. Avevo mancato per un soffio i Giochi di Tokyo e ci ero rimasto male, adesso questa qualificazione ha portato una gioia doppia».

Più loquace il maggiore, più riservato il minore, ma uno ha stimolato l’altro nella strada verso Parigi: «Nei momenti difficili, quando tutto mi andava storto, l’esempio di Michele e la sua crescita tangibile mi hanno spinto a non mollare e dato la forza per raggiungere l’obiettivo. Prima del Sette Colli in pochi pensavano che sarei riuscito a staccare il biglietto per Parigi, ma dentro di me ci ho sempre creduto e alla fine i risultati mi hanno dato ragione», sintetizza Matteo, nato il 24 marzo 1999, il giorno successivo a quello in cui era stato migliorato, dopo quasi un decennio, il record mondiale dei 200 stile siglato da papà Giorgio. «Il massimo sarebbe se ci mettessero nella stessa camera, ma non penso sia possibile perché mentre io mi fermerò per tutto il periodo, Matteo tornerà a casa dopo la 4x200», racconta Michele, di diciannove mesi più piccolo del fratello.

Gli appuntamenti

Matteo, venticinquenne dei Carabinieri, allenato a Livorno da Stefano Franceschi («Il passaggio da Morini all’attuale tecnico è stato brusco, e venendo da un infortunio alla scapola mi ha preso alla sprovvista, ho fatto fatica all’inizio, ma poi ho digerito il nuovo lavoro, fatto di meno chilometri ma con frequenze più alte») e specialista del mezzofondo, nuoterà i 400 stile libero il primo giorno di gare, sabato 27: «Dovrò saltare la cerimonia d’apertura, un po’ mi scoccia, ma non ho alternative. Devo essere pronto la mattina dopo alle 11 e dovrò migliorare abbondantemente il mio personale di 3’46”0 se voglio acciuffare la finale. Penso che per essere nei primi otto servirà 3’44”5».

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Michele Lamberti a Parigi: «Non vedo l'ora di vivere quest'esperienza»

Michele, ventitreenne delle Fiamme Gialle, allenato a Verona da Alberto Burlina («Da quando sono andato via di casa molto è cambiato e una nuova fase della carriera è cominciata»), sarà impegnato nei 100 dorso il 28 luglio: «Dopo la cerimonia avrò un giorno di pausa, quindi potrei parteciparvi, ma ancora non saprei. Si capirà quando arriveremo a Parigi mercoledì 24. L’obiettivo minimo sarà entrare tra i sedici semifinalisti dei 100 dorso, il sogno nascosto è essere in finale, per far ciò è necessario limare più di un decimo al personale, perché penso occorra nuotare sotto i 53 secondi. È un tempo importante, ma nulla è impossibile».

Capitolo staffette

Matteo potrebbe essere schierato nella 4x200 stile libero, sebbene le possibilità non sia elevate: «Essendo già in cinque la vedo complicata anche per una frazione della batteria, resto comunque a disposizione e mi uniformerò alle decisioni dei tecnici». Michele è in ballo per le due staffette miste: «Thomas Ceccon è davanti a me, quindi dipenderà da lui. Se deciderà di fare batterie e finali il titolare è lui, se invece gli verrà risparmiato qualche turno io sarò pronto».

Alla domanda quale sia l’obiettivo della trasferta, la risposta è la medesima per ambedue: «Migliorare il personale, così mi è stato insegnato fin da piccolo». E allora è naturale che il discorso sfoci sull’illustre genitore: «Papà non mi ha mai imposto di fare nuoto, infatti fino alle scuole medie il mio sport preferito era il tennis e i miei idoli Federer e Nadal, poi al liceo mi sono specializzato in piscina», chiosa Matteo, mentre Michele osserva: «Quando gareggiava papà non amava la presenza dei genitori in tribuna, quindi credo che non dovrebbe venire a vederci in Francia. Le raccomandazioni comunque ce le ha già date: divertirci e goderci ogni momento della trasferta. È orgoglioso di quello che abbiamo fatto e adesso toccherà a noi ripagarlo con belle prestazioni in acqua».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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