Ginnastica, le medaglie olimpiche nate al PalAlgeco di Brescia

Due giorni dopo la vittoria della storica medaglia d’oro olimpica di Alice D’Amato, la prima nella lunga storia della Federginnastica, il PalAlgeco di via Petrarca è vuoto e silenzioso.
Vacanze e riposo sono un giusto premio dopo un’Olimpiade stellare, ma è quasi inusuale trovare così la casa della ginnastica artistica italiana, il luogo dove Enrico Casella e il suo team hanno saputo dar vita all’accademia internazionale che ha forgiato i più puri talenti della disciplina, che a Parigi hanno nuovamente raccolto frutti.
Storia
Un luogo dove sono cresciute, non solo in senso sportivo, molte delle protagoniste dell’argento a squadre a cinque cerchi. Nella foresteria adiacente la palestra si sono infatti trasferite, fin da piccolissime, Asia e Alice D’Amato. Questa è stata la loro casa, la loro mensa e anche la loro scuola, perché le lezioni private prese tutti i pomeriggi per conciliare il percorso di studio con quello agonistico, si svolgevano qui.
Le mura del PalAlgeco hanno visto nascere gli esercizi protagonisti di tanti storici successi: dagli innumerevoli scudetti della Brixia, ai podi mondiali e continentali, fino alle splendide medaglie conquistate dall’ItalBrixia a Parigi, che si sommano all’argento vinto a Tokyo da Vanessa Ferrari. Fu proprio per la grande campionessa bresciana che venne costruita la struttura di via Petrarca: quando nel 2006 Vanessa divenne campionessa del mondo, si scoprì che quell’incredibile risultato era stato costruito anno dopo anno in un’ex piscina, dove non c’era neppure spazio sufficiente per provare le diagonali del corpo libero.
Si mossero allora le istituzioni e la Federazione e la Ferrari e la Brixia trovarono una casa adeguata al proprio talento e ai propri sogni.
Presente e futuro
Non è forse un caso allora che se il PalAlgeco arrivò in seguito ad un risultato storico, dopo le imprese francesi, Brescia avrà anche un nuovo centro per la preparazione olimpica, che sorgerà entro il 2026 nel quartiere di Sanpolino.
Il progetto consentirà di realizzare una cittadella dello sport in grado di coltivare e far crescere nuovi talenti, incoronando la nostra città come capitale della ginnastica artistica femminile ed eccellenza sportiva nazionale e internazionale. Il nuovo impianto avrà una grande palestra attrezzata e numerosi spazi di hospitality: una foresteria con quarantadue posti letto, mensa con refettorio, cucina e sale per lo studio e il ritrovo.

Una struttura che consentirà di avere scambi internazionali di alto livello, fondamentali per far crescere ulteriormente il movimento perché, come ha sottolineato il direttore tecnico nazionale Enrico Casella «bisogna continuare a confrontarsi con i giganti, se vuoi batterli. Non si può guardarli sempre dal basso verso l’alto».
A Parigi le azzurre hanno dimostrato di gareggiare alla pari con i mostri sacri della ginnastica internazionale, ma Casella guarda già oltre. «Con il nuovo impianto potremo preparare le Olimpiadi di Los Angeles e anche quelle di Brisbane in modo ancora più convincente» promette il tecnico. Le Fate sono ormai pronte a volare senza più limiti e intanto ieri quella con l’oro al collo, Alice D’Amato, è atterrata a Linate accolta con tutti gli onori che vanno a una campionessa. //
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