Casella: «Alice? Un’impresa, ma la medaglia di squadra è la più bella»

Un oro, un argento e un bronzo. Spedizione italiana fantastica dentro l’arena di Bercy, con la ginnastica artistica italiana a queste Olimpiadi di Parigi 2024, che per Brescia ha portato a casa l’argento a squadre con Angela Andreoli e l’oro alla trave di Alice D’Amato. Così Enrico Casella può chiudere in gloria la sua quinta edizione dei Giochi olimpici da direttore tecnico (da Atene a Parigi, eccetto Londra).
Casella, qual è la medaglia più bella?
«Quella con la squadra. Alice ha fatto un’impresa perché bisogna crederci per fare un esercizio del genere in finale. Manila è una travista, non ha stupito più di tanto, ma dentro di me il risultato della squadra è quello che mi ha segnato di più, perché abbiamo battuto tutto il resto del mondo battibile, eccetto gli Stati Uniti».
Questo può essere il giorno della consacrazione per Alice D’Amato?
«Sì, credo che con due medaglie olimpiche possa essere considerato un mito nella ginnastica tricolore. Ma non finisce qui, può ancora crescere. Intanto si è fatta il nome».
Le giurie come l’hanno trattata?
«Nell’all around e nelle parallele non ha avuto certamente una mano, ma anziché recriminare lei è salita sulla trave e ha fatto un esercizio veramente impeccabile. Si è creata una immagine di atleta seria e forte. Intanto ha completato quindici esercizi senza una caduta, non so quante ci siano riuscite qui a Parigi».
Potremo avvicinare gli Stati Uniti in futuro?
«Finché ci sarà Simone Biles in squadra no. Si può battere lei e le sue compagne solo se sbagliano, come è successo stavolta alla trave».
Dopo l’oro mondiale di Vanessa Ferrari nel 2006 arrivò la palestra, adesso il primo oro olimpico della storia della ginnastica femminile italiana coincide con l’avvio del cantiere del nuovo impianto a Sanpolino...
«I lavori sono cominciati, speriamo si concludano in tempo. Dal nostro punto di vista faremo ancora di più per raggiungere altri prestigiosi traguardi».
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