Brescia-Iseo-Edolo, tra Marone e Pisogne non riaprirà prima di marzo 2024

Legambiente riporta «rumors aziendali»: i lavori finiranno solo a maggio 2024. Ferrovienord replica: «Riapertura a marzo»
SOS TRENI
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Legambiente dice maggio, Ferrovienord sostiene marzo: in ogni caso, un’altra tegola si abbatte sulla linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo. Riportando alcuni «rumors aziendali», Legambiente fa sapere che i lavori di ricostruzione necessari per riaprire il tratto tra Marone e Pisogne richiederanno più tempo del previsto, tanto che non si concluderebbero prima di maggio 2024. Un disagio non da poco, se si considera che - dopo l’alluvione del 27 luglio 2021 a Niardo - la linea tra Breno e Cedegolo era stata completamente invasa dai detriti del fango ed era rimasta chiusa più di un anno, fino al 6 agosto scorso. Ferrovienord, invece, sostiene che i lavori finiranno a marzo 2024.

Dopo l’incidente dello scorso 21 settembre, quando un camion precipitò dalla scarpata finendo sulla ferrovia, i treni non circolano tra Marone e Pisogne. Da quel giorno Trenord ha dovuto gestire i servizi della linea praticamente divisa a metà, provvedendo a sostituire con autobus i treni nella tratta interrotta di circa 10 km. Ciò ha provocato rallentamenti e ritardi nelle corse dei treni e disagi per i passeggeri dati gli interscambi treno-autobus obbligatori.

Lavori lunghi

«Si pensava che bastasse la rimozione dei detriti per riattivare la linea, invece l’incidente ha provocato la caduta di tre blocchi di parete che ora vanno ripristinati - fa sapere Dario Balotta, presidente di Legambiente Basso Sebino -. Purtroppo però secondo i rumors aziendali la durata dei lavori di ricostruzione si prevede molto lunga. Maggio 2024 è la data che si ipotizza per il ripristino della linea, una vera doccia fredda per i pendolari che saranno costretti a subire ancora per sette mesi gli effetti negativi della complessa e inagevole gestione dell'interruzione».

La replica di Ferrovienord

Ferrovienord fa invece sapere che la linea riaprità a marzo 2024. «Il muro di sostegno dell’infrastruttura ferroviaria tra la galleria Vaccarezzo e la galleria Santa Barbara nel comune di Marone necessita di un intervento di rinforzo e consolidamento. È quanto emerso dalle approfondite verifiche tecniche che si sono svolte nelle ultime settimane lungo la tratta e che hanno coinvolto, insieme al personale di Ferrovienord, un geologo e un ingegnere strutturista. Per realizzare questo intervento sul muro in pietra - con il posizionamento di contrafforti - sarà necessario, tra le altre cose, installare un ponteggio, aggrappato alla roccia e sospeso nel vuoto. Considerata la complessità dell’opera, dovuta alla morfologia della zona e le varie autorizzazioni necessarie, la ripresa del servizio ferroviario è prevista entro marzo 2024».

Per quanto riguarda invece le reti metalliche paramassi, che sono risultate danneggiate nell’incidente, un’impresa specializzata è già intervenuta per ripristinare le condizioni di sicurezza.

Nodo treni

Ma i problemi per gli utenti della linea non finiscono qui. L'interruzione ha provocato la carenza di un numero ridotto di convogli a nord di Pisogne a causa dell’interruzione. Con la linea ferroviaria tagliata a metà sono rimasti solo quattro treni: 2 Stadler e 2 Ale 668 a nord. Sulla linea a sud sono invece disponibili sette treni: 2 Automotrici 668 e 5 Stadler. «I 4 treni se possono essere riforniti di carburante senza problemi a Edolo hanno però la scadenza della loro revisione biennale nel dicembre prossimo. Revisione che può essere fatta solo nell'officina d'Iseo. Pertanto questi treni non potranno essere sottoposti alla manutenzione necessaria per poter circolare con i previsti standard di sicurezza. Se Trenord non troverà un rimedio tutti i treni a dicembre verranno sostituiti con autobus già in partenza da Edolo aumentando i tempi di percorrenza ed i già numerosi disagi per i pendolari che ancora coraggiosamente insistono a prendere il treno».

Secondo Balotta: «Anziché lanciarsi in avventurosi, dispersivi e costosi progetti come quello del treno ad idrogeno sarebbe meglio che Fnm e Trenord concentrassero tutte le loro forze aziendali nella gestione, manutenzione ed efficientamento di una linea già di per sé complicata e pericolosa da gestire».

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