Scuola

Primo giorno di scuola, si discute di nuovo della settimana corta per il caro energia

Il ministro Bianchi la esclude, mentre il presidente Fontana ha detto che «la riduzione di un giorno può essere una strada»
L'ingresso dell'Istituto Santa Maria degli Angeli in contrada delle Bassiche - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
L'ingresso dell'Istituto Santa Maria degli Angeli in contrada delle Bassiche - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
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Stamattina la prima campanella è suonata per quasi 140mila studenti e studentesse in tutta la provincia di Brescia, che tornano in classe senza regole specifiche per il Covid-19. La discussione, però, si concentra sulla settimana corta, cioè di cinque giorni invece di sei.

Nelle scorse settimane, anche a Brescia, si era dibattuta la possibilità di introdurre la settimana corta per contenere i costi, eventualità che stamattina il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha decisamente smentito in un’intervista a UnoMattina. «Il governo non ne ha mai parlato perché siamo convinti che tutti dobbiamo affrontare le problematiche del caro energia, ma la scuola sia l'ultima. Abbiamo già dato al Paese» ha detto Bianchi.

Sul tema si sono pronunciati velocemente anche alcuni studenti dell’Arnaldo all’ingresso del liceo di corso Magenta: solo tre su 20 si sono detti favorevoli alla settimana corta, spiegando che «per la nostra tipologia di scuola è infattibile».

Di parere contrario il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana che invece ha dichiarato a radio Rtl 102.5 che «la riduzione di un giorno può essere una strada» per il risparmio energetico. «In tanti paesi la scuola oggi si svolge su 5 non su 6 giorni - ha continuato Fontana - senza che questo fatto abbia comportato delle conseguenze negative». L'ipotesi, ha precisato il governatore lombardo, è quella di «togliere il sabato».

Per quanto riguarda il Covid-19 resta alto il monitoraggio per gli eventuali contagi. «Il governo ha ritenuto che la fase di emergenza fosse conclusa - ha detto Bianchi -. Abbiamo perso molto. Ma siamo pronti per ogni evenienza. Teniamo monitorata la situazione in ogni parte del Paese». 
Non sono più obbligatori il distanziamento e le mascherine, tranne che per soggetti fragili. Rientrano in classe anche i docenti sospesi nei mesi scorsi per inadempienza all’obbligo vaccinale.

 

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