Per le scuole bresciane si comincia a pensare alla settimana corta

«Tra azioni di contrasto alla dispersione scolastica, progetti rivolti a chi ha bisogni speciali e piani di recupero, la scuola tende generalmente a focalizzarsi su chi è in difficoltà dimenticandosi di elogiare come invece dovrebbe i suoi alunni più meritevoli. Ben vengano quindi le iniziative che mettono in risalto chi si impegna in un mondo piendo di distrazioni». Così Giuseppe Bonelli, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale (Ust) della nostra provincia, commenta la scelta del Giornale di Brescia di pubblicare ogni anno le pagelle d’oro degli studenti delle scuole superiori del territorio.
Le prime sono disponibili nell’edizione odierna del quotidiano in edicola. Rispetto al passato verranno indicati i nomi dei ragazzi e delle ragazze con una media dall’8 in su e, qualora non ci fossero, i primi sette della classe. «È un’ottima iniziativa, una tradizione che si ripete», aggiunge il provveditore.
Per tutti, e tanto più per i giovani, gli ultimi due anni sono stati difficili: lutti, forti preoccupazioni per ciò che stava accadendo, mesi di didattica a distanza, rientro in classe con mascherine e distanziamento, occasioni di socializzazione azzerate, gite scolastiche saltate, solitudine. «L’ultimo anno scolastico - ricorda il dirigente dell’Ust - è stato interessato in modo pesante dalle conseguenze del Covid sino a febbraio, poi la situazione è andata migliorando. Scrutini ed esami hanno comunque tenuto in considerazione la complessità degli ultimi due anni unitamente al profilo dei ragazzi».La complessità alla quale fa riferimento Bonelli ha avuto un impatto importante sui giovani: «Ha lasciato in loro un mare di incertezze - sintetizza -: i ragazzi di oggi sono pieni di interrogativi nei confronti del futuro. Interrogativi che riguardano la pandemia, la guerra, il cambiamento climatico. A loro dobbiamo spiegare che le difficoltà ci saranno sempre e che vanno affrontate sempre con ottimismo e determinazione».
L’auspicio di Bonelli è che, Covid permettendo, il prossimo sia un anno scolastico «normale». Mai, però, abbassare la guardia: «Il virus circola ancora e questa esperienza ci ha insegnato che ci sono elementi che andranno sempre tenuti sotto controllo. Mi auguro, comunque, che da settembre in poi ci sia modo anche di consolidare gli apprendimenti degli ultimi due anni e di recuperare le lacune che hanno preso forma nei mesi più duri. Lo dico senza la volontà di criticare nessuno: la scuola bresciana, nota per offrire da sempre una formazione di buon livello, se l’è cavata molto bene pure in tempo di Covid».
Prospettive
Gli argomenti caldi, sul tavolo, in vista del prossimo anno scolastico sono tanti: «Con Provincia e dirigenti scolastici siamo chiamati ad affrontare il tema del risparmio energetico valutando l’idea di organizzare la settimana su cinque giorni anziché sei: un giorno in meno di lezione avrebbe un bell’impatto in termini ambientali ed economici. In alcune scuole funziona già così. Sarebbe auspicabile estendere anche ad altri istituti superiori la settimana corta». Quanto invece agli orari d’ingresso, non ci sarà più, a differenza dell’anno scorso, la doppia campanella utile a spalmare su una fascia oraria più estesa il flusso di studenti che utilizza i mezzi pubblici. «Dovremo, poi, fare un ragionamento sull’importanza della formazione permanente dei docenti legata a forme di riconoscimento economico».
A proposito di docenti ogni anno scolastico inizia con molte cattedre scoperte e il prossimo difficilmente sarà diverso: «Il processo di stabilizzazione degli insegnanti è in corso, ma è lungo. Dovremo, quindi, avere pazienza e cercare di rendere il più breve possibile il lasso di tempo iniziale a cattedre scoperte». Nell’attesa che si sciolgano alcuni nodi e suoni la prima campanella, Bonelli augura a tutti buone vacanze: «Godetevi questo periodo di relax - è il messaggio che lancia agli studenti bresciani -. Ma, visto che è molto lungo, non trascorretelo completamente lontani dai libri: leggete, leggete! La lettura impegnata è importante, aiuta a capire il mondo in cui viviamo».
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