Poliambulanza, nell’anno della ripresa riafferma la sua anima «no profit»

Azzerate le liste d’attesa in chirurgia oncologica, incentivata la formazione con la laurea in Biologia
La Poliambulanza di Brescia (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
La Poliambulanza di Brescia (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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Una corsa contro il tempo per azzerare le liste d’attesa negli ambiti in cui i risultati in termini di salute sono strettamente collegati alla tempestività delle cure ha fatto sì che Fondazione Poliambulanza sia in prima linea tra gli ospedali regionali nell’assicurare le corrette tempistiche (rispettate nel 97% dei casi) degli oltre 1.400 interventi di chirurgia oncologica effettuati nel 2022.

Partiamo, non a caso, dai tempi di attesa nel tracciare il consueto bilancio di fine anno della struttura che ha mosso i suoi primi passi in via Bissolati venticinque anni fa con 581 persone, ora diventate 2042; con 313 posti letto, ora più che raddoppiati a 650.

Anni impegnativi

Gli anni della pandemia sono stati drammatici anche per i tempi di attesa in sanità e lo sforzo - sottolineato ieri dai vertici della Fondazione - è stato innanzitutto mirato a contenere il disagio di chi ha bisogno di cure.

«Si conclude un anno particolarmente impegnativo che segna una crescita importante rispetto all’era ante Covid sia dal punto di vista del numero dei pazienti presi in carico sia da quello qualitativo perché è aumentata la complessità delle patologie trattate - ha affermato, infatti, il direttore generale Alessandro Triboldi -. Abbiamo risposto anche alla richiesta dell’Agenzia di tutela della Salute di aumentare le prestazioni nella seconda parte dell’anno su specifici interventi di chirurgia non oncologica con un incremento del 7,5% dei casi trattati, quasi tutti in orario extra. Impegno e risultato straordinari che sono merito di tutti i collaboratori. Il contributo non è stato risolutivo, ma ha consentito di dare risposte a pazienti in lista d’attesa».

Un «grazie» ai collaboratori sottolineato con forza da Triboldi, alla luce di un turn over di personale, soprattutto infermieristico che, da una media del 2,8% è salito al 12,5% nel biennio 2021-2022. «Entro fine anno avremo il totale ripristino dell’organico» ha dichiarato il direttore generale. Un percorso di certo ancora in salita, ma all’interno di un cammino nel quale la Fondazione mantiene salde alcune certezze, come l’anima no profit dell’Istituto ospedaliero, l’impegno nella formazione e nella ricerca.

Formazione

«La formazione è un tema fondamentale per il nostro ospedale - ha detto il presidente Mario Taccolini -. Grazie alla collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, nel 2022 in Poliambulanza si sono laureati cinquanta infermieri, di cui 37 assunti dalla nostra struttura. Sei sono i master che proponiamo e ottanta i medici specializzandi che frequentano i nostri reparti, con cinque corsi di specializzazione attivi ai quali, a breve, si aggiungerà il corso di laurea magistrale in Biologia, finalizzato alla medicina rigenerativa».

Ricerca

E ricerca. Il Centro intitolato a madre Eugenia Menni, dal 2002 al 2022 ha realizzato 37 progetti finanziati da enti nazionali e internazionali. Ancora, nell’anno che si sta per chiudere sono oltre 300 le pubblicazioni scientifiche firmate da ricercatori della Poliambulanza, con reparti quali Oncologia, Chirurgia generale, Area cardiovascolare e Endoscopia digestiva a rappresentare settori trainanti del lavoro di ricerca ai quali, da quest’anno, si è aggiunta anche l’Anatomia patologica. A proposito di quest’ultima, vi è l’assicurazione che «grazie a un processo di riorganizzazione, vengono ora rispettati i tempi di attesa sulle refertazioni».

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