Ospedali sul Garda, dal blocco di Villa dei Colli all’ipotesi cava

Alice Scalfi
Si allarga il confronto sul nosocomio di Desenzano mentre per il presidio di Lonato è tutto fermo
L'ospedale di Desenzano - © www.giornaledibrescia.it
L'ospedale di Desenzano - © www.giornaledibrescia.it
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Lonato è capitale delle più scottanti questioni sanitarie gardesane degli ultimi tempi: dagli intoppi ai lavori a Villa dei Colli alla collocazione dell’eventuale nuovo ospedale di Desenzano proprio a Lonato, nelle cave Vezzola. Una «battuta» del sindaco Roberto Tardani in Consiglio comunale, questa di qualche mese fa, divenuta tema di ragionamento concreto. Niente, però, sembra essere ancora deciso.

Partiamo però da Villa dei Colli, per cui l’apprensione è grande. Il progetto da quasi 11 milioni di euro per la riedificazione doveva essere completato entro la fine del 2023, ma i lavori non sono nemmeno iniziati. A fine ottobre, Asst Garda ha formalizzato la risoluzione contrattuale con una delle due ditte a cui era stato affidato l’appalto, dopo che l’altra era già stata colpita da un provvedimento interdittivo della Guardia di Finanza a maggio 2024. La risoluzione contrattuale è stata causata da gravi ritardi e dal mancato rispetto dei tempi per la stesura del progetto esecutivo. Dopo aver avviato una messa in mora senza ottenere riscontri adeguati, Asst ha deciso di risolvere il contratto.

Ripartire da capo

Tradotto, si ricomincia daccapo. Su questo interviene il sindaco Tardani: «I tempi si sono dilatati, ma Asst ha garantito che farà il possibile per accelerare il processo. Se non fosse stato per questi intoppi, i lavori sarebbero proseguiti senza problemi. L’auspicio è che la situazione possa sbloccarsi rapidamente per soddisfare le esigenze della comunità: l’importante è che i servizi necessari al territorio vengano realizzati».

Una linea, questa del porre al primo posto il servizio alla comunità, che il primo cittadino tiene anche per l’altro capitolo: l’ospedale di Desenzano. Lo studio di fattibilità di Asst Garda lo vedrebbe meglio riedificato in un’area praticamente attigua a quella attuale, ma l’opzione sta sollevando contestazioni da più fronti, in particolare perché «in una buca» all’interno del Plis e con le stesse criticità in termini di viabilità di oggi. Val la pena poi ricordare la mozione approvata dal Consiglio comunale di Desenzano con cui si chiedeva alla Regione di valutare altre soluzioni, incluse una collocazione più adeguata e la ristrutturazione.

Più che una battuta

In questo contesto è uscita dal dimenticatoio la «battuta» (così l’ha definita lui stesso) del sindaco Tardani in Consiglio comunale: era giugno, si stava discutendo del futuro urbanistico delle cave Vezzola e il Comune, tra i «paletti», ha previsto «un’area importante» per insediarvi «servizi di interesse sovracomunale». Qui il primo cittadino era intervenuto: «Un’area perfetta anche per l’ospedale».

Oggi, quando pure il gruppo di maggioranza che a Desenzano esprime il vicesindaco, Stefano Medioli, quasi dà per «fatta» l’operazione «ospedale nelle cave» scrivendo sui social «rischiamo di perdere ospedale nuovo e vecchio», Tardani torna su quella che continua a definire come una battuta: «Fare campanilismo lascia sempre il tempo che trova. Non entro del merito del «dove» e delle polemiche, ma del «cosa» si intenda realizzare: i muri non contrano, conta il servizio che si vuole prestare in risposta alle esigenze dei cittadini. Perché quando si sta male, si vuole un posto che sia perfetto ed efficiente. È questo che ho detto, sia all’assessore regionale Bertolaso, sia ai colleghi sindaci».

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