Obesità: «Con il farmaco Mounjaro si perde un chilo a settimana»

«Dopo il riconoscimento da parte dell’Oms dell’obesità come malattia cronica e il via libera di Ema e Aifa alla commercializzazione della tirzepatide, in Italia, dal settembre-ottobre 2024, c’è stato un crescendo di interesse nei confronti del Mounjaro». A evidenziarlo è Michela Bezzi, medica pneumologa direttrice dell’Unita di Pneumologia degli Spedali Civili e presidente del comitato scientifico dell’associazione Brescia Respiro.
«Prima, per un numero ristretto di pazienti, importavamo il farmaco dagli Stati Uniti. Una dose costava 600 dollari, quattro siringhe da utilizzare in un mese 2.400. Poi il Mounjaro è arrivato anche in Italia con lo stesso nome e un’unica penna utilizzabile per quattro dosi, elemento che ha consentito di abbassare il prezzo. Con una confezione da 346,58 euro si può andare avanti due mesi».
Il farmaco
La prescrizione del farmaco per persone sovrappeso o affette da obesità, si diceva, è diffusa: «Tra i miei pazienti più di 350 lo assumono per un tempo limitato e in abbinamento all’attività fisica e al consumo di almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. Il farmaco riduce drasticamente la fame: si perde, così, più o meno un chilo a settimana. L’assunzione è ben tollerata: rispetto ai prodotti precedenti non provoca nausea».
A prescriverlo sono molti specialisti come «lo pneumologo che intende agire sulla sindrome delle apnee notturne (dimagrendo il paziente può arrivare a sospendere la maschera da notte Cpap), su asma bronchiale cronica o, ad esempio, fibrosi polmonare; il cardiologo consapevole che il farmaco riduce del 33% il rischio cardiovascolare; il neurologo o il chirurgo bariatrico in preparazione a un intervento».
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