Berruti: «La metà delle persone malate di tumore guarisce»

Il direttore dell’Oncologia medica dell’Asst Spedali Civili e professore ordinario dell’Università di Brescia: «Anni fa per il melanoma metastatico non c'era speranza, ora non è così»
Alfredo Berruti, direttore dell'Oncologia medica dell'Ospedale Civile - © www.giornaledibrescia.it
Alfredo Berruti, direttore dell'Oncologia medica dell'Ospedale Civile - © www.giornaledibrescia.it
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«I dati dei Registri tumori italiani indicano un costante aumento del numero di persone che vivono dopo una diagnosi di tumore – l’1,5% l’anno nell’ultimo decennio (1,6% nelle donne e 1,3% per gli uomini) – e dimostrano che la metà delle persone che si ammalano di tumore è destinata a guarire, avendo la stessa attesa di vita di chi non si è ammalato». Lo sottolinea Alfredo Berruti, professore ordinario dell’UniBs nonché direttore dell’Oncologia medica dell’Asst Spedali Civili, citando il report di Aiom e Airtum dedicato a «I numeri del cancro 2024».

Le raccomandazioni

«Riscontriamo una riduzione del rischio di ammalarsi di alcuni tumori e interpretiamo questo trend come il segnale dell’efficacia delle campagne di prevenzione». Purtroppo il discorso non può essere esteso a tutte le neoplasie. Tra quelle più ostiche, nei confronti delle quali «non ci attendiamo trend in discesa», il prof. Berruti cita i tumori al pancreas e al fegato. Fondamentale resta la prevenzione. Quella primaria «riduce sensibilmente il rischio di ammalarsi agendo sulle cause.

Si raccomanda, in tal senso, di fare attività fisica; consumare frutta e verdura tutti i giorni perché contengono antiossidanti in grado di neutralizzare i radicali liberi; limitare il consumo di alcol e, non ci stancheremo mai di dirlo, smettere di fumare. Il fumo è la prima causa di tumore al polmone, ma anche i tumori al pancreas, alla vescica e alla mammella hanno un’incidenza superiore tra i fumatori. La combinazione alcol e fumo, poi, è pericolosa. Così come è molto pericolosa l’obesità». La prevenzione secondaria, invece, «riduce la mortalità grazie alla diagnosi precoce».

Nuove terapie

In termini di cure, per molti tumori in questi anni sono stati fatti importanti passi avanti: «Ogni sei mesi – spiega il prof. Berruti – ci sono delle novità che cambiano gli standard delle terapie migliorandone i risultati. Fino a quindici anni fa, di fronte a un melanoma metastatico, la prognosi era di pochi mesi di vita. Ora può essere tenuto a bada per anni e potenzialmente il paziente può anche guarire». L’impatto della diagnosi e delle cure ha «risvolti psicologici importanti. È frequente che i pazienti perdano il posto di lavoro e fatichino a trovarne un altro. In tal senso la Legge 193/2023 sull’Oblio oncologico rappresenta un buon passo in avanti». Si sta facendo molto, insomma, ma si può fare ancora di più. Per esempio «il Civile – aggiunge Berruti – sta lavorando ai fini dell’accreditamento del Dipartimento oncologico come Comprehensive cancer center che comporta l’acquisizione di standard che assicurano una migliore organizzazione dell’assistenza».

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