I disturbi alimentari colpiscono 60mila bresciani: «Guarire si può»

Le malattie come anoressia, bulimia e binge eating non sono capricci, ma disturbi psichiatrici che non vanno sottovalutati
Loading video...
60mila bresciani co disturbi alimentari
AA

La parola «disturbi» è fuorviante, fa pensare a qualcosa di non troppo grave, che come arriva poi se ne va. Invece i Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna) come l’anoressia, la bulimia e il binge eating disorder sono «malattie psichiatriche tutt’altro che da sottovalutare». Non si stancherà mai di ripeterlo Mauro Consolati, psichiatra responsabile del centro pilota regionale per i Dna dell’Asst Spedali Civili che ha sede presso il Richiedei di Gussago.

I numeri

Nel Bresciano colpiscono 60mila persone, perlopiù di sesso femminile: «In Italia ogni anno – spiega – ci sono 8-9 nuovi casi di anoressia nervosa su 100mila donne e 0,02-1,4 su 100mila uomini. La bulimia nervosa è più diffusa, ma meno evidente: non comportando sempre un cambiamento fisico passa purtroppo inosservata, eppure ogni anno ci sono 12 nuovi casi ogni 100mila donne e 0,8 ogni 100mila uomini».

Il centro di Gussago, che ha da poco compiuto 30 anni di attività, nel 2024 ha avuto «in osservazione 400 persone dai 16 anni in su delle quali 80 hanno avuto bisogno di un centinaio di trattamenti residenziali (il 60%) o semiresidenziali (40%). Si è trattato di maschi nel 5% dei casi». Durante la pandemia, ricorda Consolati, «anche nel Bresciano abbiamo assistito a un aumento significativo delle richieste d’aiuto (+30% tra il 2020 e il 2022), poi rientrato. Non si è trattato di casi che hanno avuto origine in quel periodo, ma dell’accelerazione del processo di sviluppo della malattia motivato dallo stato di isolamento e paura che ha caratterizzato i vari lockdown».

Scarsa consapevolezza

Queste malattia si manifestano tra i 15 e i 19 anni, ma «ci sono anche esordi precoci, attorno ai 10 anni, o dopo i 30. E quando si tratta di adulti il problema viene spesso trascurato e diventa più difficile chiedere aiuto».

Forse proprio complice il termine «disturbi», l’anoressia, la bulimia e il binge eating disorder (alimentazione incontrollata con rapide abbuffate) si caratterizzano per la scarsa consapevolezza di coloro che ne soffrono e delle persone che sono al loro fianco. A differenza di quanto, purtroppo, molti pensano ancora «non sono capricci o malattie del cibo e del corpo – sottolinea Consolati –. Hanno origine da una condizione di profonda crisi emotiva legata a difficoltà nelle relazioni in primis con se stessi e poi con gli altri. Una crisi che viene "risolta" con il disturbo alimentare: la malattia diventa, così, il sole attorno al quale far ruotare tutta la vita. Un sole che dà sicurezza, ovviamente una sicurezza malata. Al punto che nella fase iniziale dell’anoressia nervosa si parla di "luna di miele" con la malattia».

Sintomi e campanelli

I campanelli d’allarme sono di carattere comportamentale e psicologico. Consolati parla di «controllo ossessivo del cibo, calo o aumento di peso, attività fisica eccessiva e vincolante, comportamenti mascherati come le abbuffate seguite da forme di compensazione come l’induzione del vomito».

Dal punto di vista emotivo devono, poi, preoccupare «la reticenza, il rifiuto del confronto e l’irrigidimento di fronte a una domanda». La cura non prevede farmaci, ma interventi multidisciplinari: «Guarire è possibile – assicura –, serve tempo. Il recupero dal punto di vista fisico può essere rapido e durare due anni. Più lunga è, invece, la ripresa dal punto di vista emotivo. Ogni guarigione, comunque, è diversa».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.