«Se bastasse l’amore», una mamma racconta il calvario della figlia nell’anoressia

Elisa Fontana
La docente Arianna Gnutti di UniBs: «Maria Beatrice ce l’ha fatta, ma troppe ragazze senza cure e spazi»
L'autrice Arianna Gnutti
L'autrice Arianna Gnutti
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«Se bastasse l’amore. Una storia vera di anoressia e speranza», il libro vincitore dell’ultima edizione del Premio letterario Angelo Zanibelli - La parola che cura (sezione opera inedita), in uscita martedì per Piemme, è stato scritto da Arianna Gnutti, docente bresciana all’Università degli Studi e «approvato lettera dopo lettera, parola per parola, riga per riga, da Maria Beatrice».

Maria Beatrice è sua figlia. Oggi ha quasi diciassette anni e sta meglio, ma a tredici anni la sua mente e il suo corpo erano divorati dall’anoressia nervosa, dopo un declino lento e costante e, poi, rapido e senza sosta: il cibo vissuto come un nemico, il tempo di un pasto che arriva a durare anche quattro ore, il ritenere che solo essere anoressica l’avrebbe resa una persona speciale.

Arianna avrebbe fatto qualsiasi cosa perché sua figlia potesse avere accesso alle cure ospedaliere. «Il numero delle strutture che accettavano pazienti sotto i 14 anni era, allora come oggi, esiguo e non c’era un letto libero da nessuna parte» spiega Arianna che martedì alle 18.30 presenta il libro all’Auditorium Capretti in via Piamarta 6 a Brescia (con il vicepresidente del Consiglio di Regione Lombardia Emilio Del Bono e lo psichiatra Mario Lombardi; modera Paola Maffina).

«E in quei pochi ospedali dove esisteva una sezione dedicata ai disturbi alimentari e della nutrizione - aggiunge l’autrice - i posti erano stati dimezzati o persino tolti per fare spazio ai tanti ammalati di Covid-19. Ad oggi, in Italia, ci sono 135 strutture, di cui la maggior parte nel Nord, ma meno della metà prende in carico i preadolescenti nonostante l’età d’insorgenza dell’anoressia si sia molto abbassata. Mancano strutture, personale formato, supporto ai genitori e soprattutto mancano l’informazione e la prevenzione sui disturbi dell’alimentazione e sulla malattia mentale. Eppure, di anoressia si continua a soffrire e anche a morire».

Nonostante tutto, Arianna racconta con gratitudine di sentirsi una «privilegiata»: «Dopo mesi di disperata questua, mia figlia ha potuto accedere alle cure, in grave stato di magrezza, con riversamento pericardico, a un passo dalla morte; già per il fatto di avere avuto un letto a disposizione, sono molto riconoscente. Ho vissuto dieci mesi negli ospedali accanto a Maria Beatrice, potendo contare su chi si occupava di mia figlia minore, Adelaide, lontana da me, e sulla presenza in ospedale di mia mamma che mi ha sostituita più volte, anche nei momenti più bui, nonostante i suoi 75 anni. Sono privilegiata per la visione che ho della vita che mi ha permesso di restare lucida anche quando mi sembrava di impazzire e per il supporto dei miei amici che da lontano, sostenendo me, hanno sostenuto Maria Beatrice. E, avendo ben chiaro questo, in tutti quei mesi c’è sempre stata una domanda che mi tormentava: “E gli altri? Chi non ha i miei privilegi?” Ho scritto questo libro anche per dovere morale verso quei genitori e, ancora prima, verso quelle ragazze che ho conosciuto negli ospedali e che non ce l’hanno fatta».

Arianna ha voluto trasformare il percorso contro l’anoressia di Maria Beatrice in un’occasione di crescita, consapevole che il racconto della sua storia di madre coraggiosa può essere di aiuto per gli altri. Il libro non fa sconti, racconta tutto: il calvario delle cure, lo stigma che accompagna i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, l’ignoranza, le leggi inesistenti, l’aver visto più volte la figlia tra la vita e la morte e le storie terribili di suicidi o tentativi di suicidio di ragazze affette da anoressia, conosciute negli ospedali.

Fornisce anche molti dati. I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione interessano oltre cinquantacinque milioni di persone in tutto il mondo e sono circa quattro milioni nel nostro Paese. Solo nel 2022 sono stati registrati un milione e quattrocentomila nuovi casi rispetto al 2021. Dal rapporto Istat 2021 sulle famiglie, un bambino su dieci soffre di disturbi alimentari. L’età di insorgenza si è abbassata sino agli otto anni, con casi di bambini piccoli, fino ai cinque anni. Il 70 per cento delle persone che soffrono di disturbi dell’alimentazione e della nutrizione è rappresentato da preadolescenti e adolescenti. L’anoressia è la seconda causa di morte nei giovani, dopo gli incidenti stradali.

La prefazione del libro è a cura di Leonardo Mendolicchio, responsabile della Unità Operativa Riabilitazione dei Disturbi Alimentari e della Nutrizione presso l’Auxologico Piancavallo (Verbania, Piemonte) che nel 2022 ha aperto le porte dell’Auxologico anche a pazienti in età evolutiva provenienti dalle Pediatrie di tutta Italia. Una luce dentro un tunnel nero.

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