«Cari genitori», l’educazione sessuale non può più aspettare

Parlarne fin da piccoli è un dovere educativo. Ma la famiglia spesso si tira indietro, la scuola tentenna. Così i ragazzi crescono senza consapevolezza, tra tabù e silenzi
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«Cari genitori», educazione alla sessualità
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Parliamo oggi di educazione alla sessualità che è compito dei genitori prima che della scuola. Purtroppo da tempo si indugia, i genitori faticano ad occuparsene, si sentono impreparati e si aspettano che la lo faccia la scuola. Ma questa tentenna e rimanda, quando invece è urgente che se ne occupi.

Educazione come prevenzione

Già nel 2018 l’Unesco diceva che ci dovrebbe essere un «processo curricolare d’insegnamento e di apprendimento degli aspetti cognitivi, emotivi, fisici e sociali della sessualità». Concordo pienamente perché sono convinto che non servono interventi spot. Poi sentiamo dichiarazioni incredibili che negano una relazione tra l’educazione alla sessualità e la violenza sulle donne.

L’educazione dei giovani maschi, da grandi poi partner, compagni o fidanzati delle donne, conta eccome. Questi hanno un estremo bisogno di essere accompagnati fuori dal pregiudizio, dagli stereotipi di genere e dai modelli relazionali dominanti.

Iniziare sin dall’infanzia

L’argomento sessualità è certamente delicato e complesso ma va affrontato presto, già nei primi anni di vita e i genitori dovrebbero saper dialogare sul tema.

Dovrebbero saper cogliere le occasioni che si presentano per parlarne, senza pensare che questo argomento si esaurisca subito. Perché è trasversale in età evolutiva e l’educare alla sessualità richiede parole adeguate allo sviluppo cognitivo ed emotivo dei figli.

L'educazione sessuale dovrebbe iniziare sin dai primi anni d'età
L'educazione sessuale dovrebbe iniziare sin dai primi anni d'età

Intendiamoci, non si tratta di parlargli di rapporti sessuali o di erotismo, quanto di tutto ciò che riguarda il corpo, l’intimità, le relazioni con gli altri e la privatezza delle sensazioni.

Prendiamo ad esempio la masturbazione in età infantile che imbarazza gli adulti in quanto la si legge come erotismo, mentre invece è azione conoscitiva che va ad esplorare i vissuti interni e alleggerisce la tensione. Non va negata, men che meno punita. Caso mai richiede la giusta privacy, a casa come a scuola o in altri contesti.

Questa è anche l’educazione alla sessualità che punta allo sviluppo della consapevolezza di sé, del proprio corpo e dei sentimenti connessi.

Servono adulti presenti

Di certo un’educare che promuove domande, anche imbarazzanti per le quali i genitori si devono preparare, così come gli insegnanti e gli educatori. Ma non preoccupiamoci delle domande scabrose, perché è una fisiologica curiosità del bambino a cui bisogna rispondere.

Se non abbiamo risposte pronte, prendiamo tempo, cerchiamo le parole adatte o chiediamo aiuto e formazione ma poi torniamo sul tema appena possibile. Infine ricordiamo che oltre alle parole, ci sono, i gesti, le azioni, le relazioni. Insomma l’esempio che educa.

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