«Cari genitori», educare alle relazioni per prevenire la violenza

Educare al rispetto, alla gestione delle emozioni e all’empatia è il primo passo per prevenire la violenza. Serve un nuovo progetto educativo che aiuti i maschi a riconoscere e superare i modelli tossici e a costruire relazioni sane.
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«Cari genitori», educare al rispetto
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Cari genitori, se il primo passo nella prevenzione della violenza come abbiamo già detto, è quello di educare senza fare uso di punizioni corporali ma anche senza violenza verbale, il passo successivo è quello di educare alle relazioni. Cioè all’affettività e al rispetto. Che vuol dire aiutare i bambini a diventare consapevoli di se stessi e di ciò che si prova dentro.

Perché serve educare al rispetto

Ai maschietti in particolare va insegnato che è importante esprimere e saper gestire le emozioni. Significa aiutarli a capire l’importanza del rispetto dell’altro e accettare la diversità, ma contrastando il pregiudizio. Vuol dire insegnare a costruire rapporti, a mantenere legami con gli amici, con i compagni, nella vita reale e online.

Ma non significa chiedere ai maschi di rinunciare alla propria identità di genere, quanto piuttosto aiutarli a liberarsi di quel maschile tossico, fatto di sentimenti e di atteggiamenti di possesso.

L’educazione alle relazioni è un costruire gradualmente abilità come, ad esempio quella di saper ascoltare con partecipazione chi parla. Che, peraltro, è la prima forma di rispetto altrui. I bambini vanno educati a coltivare l’empatia che il mettersi dal punto di vista dell’altro, fondamentale in ogni tipo di relazione.

Allora forse dovremmo andare a modificare il progetto educativo. Ai maschi, ad esempio, andrebbe insegnato come rintracciare i fili sotterranei che legano le storie ai desideri ai bisogni, l’aggressività e alla violenza, quella di solito espressa senza autocontrollo.

Ruolo dei genitori e nuove frasi da insegnare

Le madri farebbero bene a ridurre gli atteggiamenti di iperprotezione nei confronti dei figli e i padri dovrebbero sentire l’importanza di assumere in prima persona il ruolo di guida e la funzione regolativa. Perché la presenza di un equilibrato codice maschile fa crescere i figli e sviluppa nei maschi, non solo il rispetto delle regole e del femminile, ma aiuta soprattutto a contenere la pulsionalità violenta.

Anche se il rispetto delle donne non va spiegato a parole, ma mostrato con l’esempio, credo sia importante partire proprio dalle frasi più comuni per avviare il processo educativo. Ne suggerisco alcune:

  • «Non devi essere più forte e più intelligente di una femmina. La vera forza sta nel rispetto!»
  • «Ricorda che quando una donna dice ‘no’ vuol dire ‘no’ e va rispettato»
  • «L’amore vero non fa mai del male!»
  • «Ricordati che frasi fatte come ‘Chi dice donna dice danno’ sono pregiudizi da sconfiggere»

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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