«Cari genitori», trascurare è già una forma di violenza

La terza Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia lancia l’allarme: il maltrattamento sui minori è in aumento e la prima causa è la trascuratezza. Ecco come potreggere (davvero) i figli
«Cari genitori», trascurare è una forma di violenza
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Ogni mercoledì la rubrica «Cari genitori», curata dallo psicologo analista Giuseppe Pino Maiolo, propone pillole di riflessione educativa, che potranno partire da una notizia di attualità.

Cari genitori, la riflessione di oggi mi viene da un report importante appena diffuso. Si tratta della terza Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia.

Al primo posto

La terza edizione fatta da Terre des hommes Italia e Cismai mostra che la violenza sui minori è in aumento del 58% rispetto al report del 2018: ci dice che al primo posto tra le forme di maltrattamento c’è la trascuratezza (pari al 37% dei casi). Segue la violenza assistita (34%), la violenza psicologica (12%), il maltrattamento fisico (11%), la patologia delle cure (4%) e per ultimo l’abuso sessuale (2%). Vale a dire che in famiglia, luogo deputato alla crescita, si respira aria malsana. E poi che nelle stanze familiari circolano indisturbati gli orchi in quanto gli adulti sono distratti, non vedono e non sanno dei pericoli che corrono i figli.

Disattenzione

Un tempo, e lo dico con un’esperienza di quasi 30 anni di lavoro nella prevenzione contro la pedofilia, si diceva di stare attenti ai «lupi cattivi», ovvero i pedofili, che adescavano ai giardinetti i bambini e ne abusavano. Era una metafora sbagliata, perché i lupi non sono cattivi e non fanno violenza sui cuccioli. Gli umani invece sì. Adesso gli abusanti entrano in casa e si intrufolano tra le mani dei minori senza che non ce ne accorgiamo, perché gli adulti di riferimento sono disattenti e incompetenti sul digitale.

Come comportarsi

Allora firmiamo petizioni illusorie per vietare lo smartphone fino a 14 anni e a 6 anni lo regalano ai figli. Contraddizione? Ma questo è solo uno degli aspetti della trascuratezza in aumento! Contro cui dobbiamo reagire con urgenza perché non saper vedere e ascoltare vuol dire non sapere cosa fanno in rete i figli, dove navigano e meno che meno chi conoscono. Lo sanno invece quelli che già oggi sfruttano l’AI per «costruire» video pedopornografici magari proprio con le foto dei bambini postate ogni giorno dai genitori.

Questa è la prevenzione urgente da attivare. Quella di educare in famiglia e a scuola precocemente al digitale, formare genitori competenti, avere insegnanti capaci di interagire con la tecnologia e in grado di mostrare come ci si comporta online e adulti in grado di controllare i minori in rete.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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