Ruolo unico: i medici di base chiedono chiarezza, intanto ecco il bando

La Regione ha aperto la procedura per l’assegnazione di tutti gli incarichi potenzialmente attivabili
Ruolo unico: i medici di base chiedono chiarezza - © www.giornaledibrescia.it
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Sulla carta sono 482 gli ambiti vacanti nella medicina territoriale bresciana. Ma attenzione: non significa che servano 482 professionisti. La Regione ha aperto la procedura per l’assegnazione di tutti gli incarichi potenzialmente attivabili.

Come già avvenuto nell’edizione primaverile del bando, il calcolo – 117 posti per l’Asst Franciacorta, 153 per il Garda, 172 per gli Spedali Civili e 40 per la Valcamonica – recepisce i contenuti dell’Accordo collettivo nazionale (Acn), che supera la distinzione tra medicina generale e continuità assistenziale (ex guardia medica) introducendo il «ruolo unico».

Interrogativi

Un modello che sta sollevando interrogativi e malumori: attribuisce ai nuovi medici di famiglia – mentre quelli già in servizio possono scegliere – un debito orario nei confronti della propria Asst. Un tempo (38 ore se hanno fino a 400 assistiti, 24 se ne contano da 401 a mille, 12 se ne hanno da 1.001 a 1.200, 6 se rientrano nella fascia 1.201-1.500 e zero se sono massimalisti) da impiegare perlopiù nelle Case di comunità in attività ancora da chiarire.

Sulla carta sono 482 gli ambiti vacanti nella medicina territoriale bresciana - © www.giornaledibrescia.it
Sulla carta sono 482 gli ambiti vacanti nella medicina territoriale bresciana - © www.giornaledibrescia.it

Qui, infatti, sta il nodo della questione: «Finché non si declina nel dettaglio il ruolo unico le ore messe a disposizione servono solo a coprire i turni della continuità assistenziale (ex guardia medica, ndr) notturna e festiva», commenta Giovanni Gozio, vicepresidente Snami Brescia. Si attendono, insomma, novità normative: «Il 10 novembre la Giunta regionale ha approvato la preintesa sull’Accordo integrativo regionale (Air) 2025.

Passaggio interlocutorio

Il documento, che integra il nuovo Acn, rappresenta un passaggio importante, ma ancora interlocutorio: non declina, infatti, in modo definitivo il ruolo unico, quindi l’applicazione di quest’ultimo sarà fatta dalle Asst basandosi solo sull’ultimo Accordo collettivo nazionale», spiega Vlad Secara, medico di famiglia a Lonato al terzo anno del Corso di formazione regionale, che fa parte di un movimento informale di giovani corsisti contrari al ruolo unico perché «toglie tempo alla cura degli assistiti in un periodo in cui siamo soffocati dalla burocrazia». «Attualmente – prosegue – l’applicazione del ruolo unico a livello delle Asst non è uniforme ed è tutt’ora in fase di definizione».

Francesco Falsetti, presidente dell’Unione medici italiani, precisa che «il nuovo Accordo collettivo nazionale 2025-27 si esprimerà anche relativamente al ruolo unico. La trattativa non è ancora iniziata. Nell’attesa, però, quando l’Air verrà recepito nelle singole Asst, i medici di famiglia potranno eseguire su base volontaria delle ore nelle Case di comunità. Si presume che a proporsi in tal senso saranno in pochi: hanno tutti già moltissimo lavoro in ambulatorio».

Sindacati

Intanto il tempo passa e la questione preoccupa i sindacati: lo Snami nazionale la scorsa settimana ha indetto uno sciopero anche su questo tema (nel Bresciano vi hanno aderito 116 medici) e ne paventa un altro di tre giorni a gennaio se non verrà fatta chiarezza sul ruolo unico.

La polemica è accesa, ma c’è anche voglia di collaborare: «I colleghi che hanno ottenuto un ambito prima del 2025 – aggiunge Secara – hanno espresso la volontà di ricorrere legalmente qualora venisse imposto loro in maniera retroattiva e unilaterale questo nuovo contratto di lavoro.

C’è comunque la massima disponibilità da parte dei medici frequentanti il corso di Medicina generale a interagire in maniera costruttiva e propositiva con i dirigenti e le istituzioni della Lombarda, per lavorare assieme sulle criticità del ruolo unico e migliorare la sanità lombarda nell’interesse di tutti, soprattutto dei pazienti».

Futuro

Prospettive future a parte, nel presente la Regione cerca medici di famiglia: il bando scade lunedì 17 novembre. Secondo Angelo Rossi, presidente provinciale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), «parteciperanno in pochi. Il nuovo conteggio è disorientante. L’unica soluzione per i colleghi che vogliono inserirsi e acquisire scelte di pazienti è optare per le zone in cui ci sono persone sprovviste di medico, come la Bassa e le Valli».

Il fabbisogno – 482 ambiti da coprire – è stato calcolato su un rapporto ottimale di un medico ogni 1.200 assistiti (anche se oggi moltissimi sforano i 1.500 e alcuni arrivano anche a 2000) e, per la parte su base oraria, di un medico h24 per cinquemila assistiti. Nell’edizione di marzo gli ambiti carenti erano 478. Con la vecchia modalità, invece, per la nostra provincia la Regione metteva a bando un paio di volte l’anno un centinaio di incarichi disponibili.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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