Economia

Oro blu: le tecnologie digitali per salvaguardare l’acqua dolce e ridurre le perdite

Esistono già molte tecnologie che possono essere impiegate nell'ottica di migliorare la gestione delle risorse idriche
Tech4Good - Tecnologie per l'acqua
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Siamo tra i Paesi europei che consumano più acqua, secondi solo alla Grecia, e tra quelli che ne sprecano maggiormente, soprattutto a causa delle enormi perdite legate alle infrastrutture obsolete e malandate. L'attuale emergenza siccità deve essere fronteggiata attraverso misure differenti rispetto a quelle richieste per eliminare (quantomeno ridurre) le perdite idriche. Tuttavia, continuare a rimarcare quanto pesano le perdite sull'efficienza (e l'efficacia!) generale del nostro sistema idrico, nonché sugli obiettivi di sostenibilità dell'Agenda 2030, è un dovere per smuovere coscienze e responsabilità di chi, passata questa crisi annunciata, potrebbe pensare di potersi sedere attendendo - senza troppe ansie - la prossima emergenza. Soprattutto perché le tecnologie per rispondere al problema esistono già e sono in arrivo i fondi del Pnrr per avviare iniziative concrete. Non ci sono più scuse per non agire.

L'acqua dolce, nel mondo, rappresenta solo il 2,5%

Nonostante l'acqua ricopra oltre il 70% del nostro pianeta, quella dolce rappresenta una piccolissima parte dell'acqua totale, solo il 2,5% circa.

Nell'ultimo secolo l'uso dell'acqua è più che raddoppiato rispetto alla crescita della popolazione, cioè consumiamo molta più acqua per le nostre attività (agricoltura, industria, benessere, alimentazione...). Secondo le Nazioni Unite, entro il 2025, circa 1,8 miliardi di persone vivranno in zone con scarsità d'acqua, e i due terzi della popolazione mondiale sarà interessata da «stress idrico» a causa sia del cambiamento climatico sia dell'uso improprio dell'acqua dolce. 

L'Italia preleva la propria acqua dolce prevalentemente dalle acque sotterranee, ad oggi la principale fonte di acqua che viene immessa nella rete di distribuzione. Tuttavia, non tutta l'acqua immessa nella rete di distribuzione viene effettivamente erogata agli utenti finali (persona e aziende). Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2020 sono infatti andati dispersi 0,9 miliardi di metri cubi di acqua, pari al 36,2% dell'acqua immessa nella rete di distribuzione.

Brescia tra le province della Lombardia con maggiori perdite

Analizzando le perdite della rete idrica per regione, la Lombardia registra in media una perdita complessiva del 30%. A contribuire però a queste percentuali sono principalmente tre province: Varese, con perdite d'acqua che sfiorano il 40%, Lecco con oltre il 36% di acqua sprecata che non arriva agli utenti finali, Brescia che sfiora il 30% di perdite idriche [fonte: dati Istat anno 2020].

Se i numeri parlano da soli ed esprimono benissimo il problema, ciò che non mostrano sono cause ed impatti. Per quelli ci vuole un'analisi di tipo qualitativo. Nel report che l'Istat ha preparato quest'anno in occasione della Giornata mondiale dell'acqua (il 22 marzo) sono esposti in modo drammaticamente chiaro:

  1. le cause sono da attribuire a fattori fisiologici presenti in tutte le infrastrutture idriche, alla vetustà degli impianti non mantenuti, e persino a fattori amministrativi riconducibili a errori di misura dei contatori e ad allacci abusivi;
  2. gli impatti: le perdite totali della nostra rete idrica nazionale hanno importanti ripercussioni ambientali, sociali ed economiche, soprattutto per gli episodi di scarsità idrica sempre più frequenti, di cui nelle ultime settimane ci stiamo rendendo decisamente conto.

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Pnrr, tra gli obiettivi la salvaguardia delle risorse idriche e la gestione efficace, efficiente e sostenibile dei servizi idrici

In questo scenario poco roseo, la buona notizia arriva dalla disponibilità di fondi. 900 milioni di euro gli investimenti previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Sono ben 119 le proposte di interventi per aumentare l'efficienza delle reti idriche ricevute dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) nell'ambito delle opere inserite nel Pnrr volte a ridurre le perdite d'acqua e digitalizzare e migliorare il monitoraggio delle reti; proposte che saranno finanziate con una prima tranche di investimenti pari a 630 milioni di euro.

Le politiche per la gestione sostenibile dell'acqua richiedono infatti, e soprattutto, un monitoraggio continuo e capillare della risorsa attraverso informazioni sempre più aggiornate, aggiornabili e al maggior dettaglio possibile a livello territoriale. Detto in altre parole, è necessario raccogliere dati, misurarli ed analizzarli per poter davvero ridurre le perdite.

Misurare per migliorare, il ruolo delle tecnologie digitali

Tra le Tech4Good, esistono già molte tecnologie che possono essere impiegate nell'ottica di migliorare la gestione delle risorse idriche, la manutenzione delle infrastrutture e la riduzione degli sprechi. Tra queste, possiamo senz'altro citare IoT - Internet of Things, Big Data Analytics e soluzioni basate su tecniche di Intelligenza Artificiale.

In ambito IoT, l'utilizzo di sistemi di sensoristica per la raccolta dei dati «sul campo» rappresenta una delle vie più immediate per attivare un monitoraggio costante, anche in tempo reale, sia dei consumi delle risorse idriche sia degli impianti di distribuzione. Uno di questi sensori è rappresentato dagli «smart water metering», i contatori intelligenti dell'acqua, che fungono da hub di raccolta dati sui consumi effettivi dell'acqua.

In alcuni contesti, questi contatori intelligenti, collegati ai dati satellitari ed alle previsioni meteo, possono diventare anche sistemi di intelligenti di erogazione d'acqua, per esempio regolando l'irrigazione dei campi in base ad esigenze e scenari specifici (in questo caso entrano in gioco altri tipi di tecnologie, insieme a quelle dell'IoT, in particolare le analisi delle grandi moli di dati, cioè i Big Data Analytics).

E si potrebbe ottenere ancora di più dalle tecnologie che sfruttano alcune tecniche di Intelligenza Artificiale, per esempio per la manutenzione predittiva degli impianti e delle infrastrutture. Sensori IoT e grandi moli di dati disponibili diventano infatti gli ingredienti fondamentali per poter fare previsioni e simulazioni di scenari, sfruttando tecniche di Machine Learning per prevedere in anticipo e con una certa accuratezza quali guasti potrebbero verificarsi (e persino quando) e che tipo di impatti potrebbero generare in termini di perdite di risorse e cattiva gestione della distribuzione. Ignorare informazioni e conoscenza così dettagliate non sarà più possibile.

Ora i finanziamenti arrivano. Non sprechiamo anche quelli.

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