Scuola

Rientro a scuola, ansia e stress post-lockdown: ecco il manuale

Per preparare insegnanti della scuola primaria e della scuola media è stato pubblicato un e-book formativo
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Ritornare in classe dopo l’emergenza Coronavirus potrebbe rappresentare per i bambini una sorta di trauma con paure, ansie e stress dovute al prolungato lockdown che ha bloccato la normale vita sociale, anche per alunni delle scuole.

Ecco perché occorre mettere in atto delle strategie per fronteggiare gli effetti di questa assenza forzata dalle aule e facilitare il ritorno alla normalità nel prossimo anno scolastico. Per preparare insegnanti di scuola primaria e scuola media è stato pubblicato un e-book formativo curato da due esperti del Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, umane e della formazione dell’università di Perugia, Michele Capurso e Claudia Mazzeschi, e disponibile gratuitamente per tutti i docenti che devono conseguire i crediti formativi.

Il corso è erogato gratuitamente nella piattaforma ebookscuola.com - che ha sede a Cagliari - è corredato di un manuale per gli insegnanti e docenti di ruolo ed è stato accreditato dal Miur tramite la piattaforma Sofia (codice 42851) dando diritto ad un attestato formativo di 8 ore.

«La situazione che si è venuta a creare è nuova e quindi per definire le linee guida ci siamo riferiti alla letteratura esistente su trauma e stress e sulla comprensione della malattia nel bambino - spiega Capurso - docente e ricercatore in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione - Sosteniamo che i vissuti collegati alla crisi generata dal coronavirus possano essere discussi e condivisi anche a scuola, insieme ad un adulto capace di ascoltare e guidare la discussione. Questo può consentire a bambini e ragazzi di rielaborare in chiave evolutiva gli eventi che hanno vissuto. Attraverso un set di attività proposte dal nostro corso gli alunni possono capire che, anzitutto, i timori e i sentimenti che hanno provato sono simili a quelli dei loro pari, e poi che queste cose sono gestibili, utilizzando quello che viene chiamato "coping", fronteggiamento: perché non ci spaventa tanto dover affrontare un ostacolo, ma pensare di non disporre delle forze necessarie per superarlo», osserva Capurso.

«Durante il lockdown i processi evolutivi dei bambini sono risultati in gran parte bloccati e quindi tutte quelle attività normali che si svolgevano ogni giorno, al di la della didattica in senso stretto, hanno subito un rallentamento. Tutto questo - avverte l’esperto - se non gestito e rielaborato può provocare ansia o altre fobie, o incidere sulla capacità di attenzione durante le lezioni». Il percorso didattico proposto, basato su schede didattiche ed attività guidate, dura mediamente 3-4 ore che i ricercatori raccomandano di svolgere nei primi due-tre giorni alla ripresa delle lezioni, ancora prima di affrontare nuovamente il programma didattico. Si parte dalla narrazione individuale di eventi e sentimenti, per proseguire con un lavoro a piccoli gruppi, quindi si va a costruire una dimensione collettiva, aprendosi anche ai desideri e al futuro che ci aspetta.

«L’insegnante, che non deve negare ciò che è accaduto, può aprire spazi di condivisione e contribuire quindi alla costruzione di una identità positiva - conclude Capurso - Per farlo deve essere capace di ascoltare, soprattutto con i ragazzini più grandi, senza giudicare e senza voler arrivare alla conclusione del percorso che ha già in mente, ma lasciando che siano i ragazzi a costruire assieme la propria storia».

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